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Stefano Lubrano 8 marzo 2024
L'opinione di Stefano Lubrano
Turismo, cambiare per non soccombere
<i>Turismo, cambiare per non soccombere</i>

Nel maggio del 2023 ho voluto portare all’attenzione dell’opinione pubblica i risultati di un sondaggio realizzato, poche settimane prima, dall’ European Travel Commission, l’associazione delle organizzazioni nazionali europee del turismo. In quel sondaggio, i due terzi degli intervistati dichiaravano che a luglio e agosto avrebbero preferito stare a casa evitando le classiche località affollate e caratterizzate da sempre più elevate temperature. In pochi hanno voluto considerare questo segnale, anche dopo il netto calo di presenze effettivamente registrato nelle strutture ricettive classificate e la flessione degli arrivi negli aeroporti ad agosto 2023. In tal senso è interessante, a mio avviso, lo studio di Sandro Usai sui flussi degli arrivi negli aeroporti di Olbia e Cagliari.

La velocità con cui si è passati dalla dichiarazione d’intenzione all’atto pratico a voler stare a casa è stata tale da essere stata colta solo ad un anno di distanza. Solo oggi infatti analisti, politica e sistema delle imprese iniziano a considerare l’evoluzione del comportamento della domanda turistica e a valutarne le conseguenze. In Italia ben oltre il 60% degli intervistati sul tema è convinto che a causa del cambiamento climatico occorra viaggiare più responsabilmente; si consideri che questa percentuale si amplia non poco fino a superare il 70% per i giovani della Generazione Z. In Sardegna, invece, complice anche il periodo elettorale, fenomeni quali sovraffollamento delle destinazioni, innalzamento delle temperature, scelte della domanda, evoluzione del comportamento di spesa, nuove motivazioni al viaggio sono aspetti che raramente vengono sono considerati.

Parlare di turismo di terzo millennio credo sia già parlare del passato. Il turismo oggi rappresenta, a mio avviso, il segno dei tempi che viviamo definendo un fenomeno mai visto prima: la domanda che evolve a velocità supersonica e l’offerta che resta immobile, e si guarda ancora intorno per capire se i bagliori che vede sono effetti evolutivi o stelle cadenti. In tutto questo non aiuta la politica, nazionale e regionale, che ancora guarda al turismo come “volano” e non si rende conto che ha difronte un “valore” le cui caratteristiche cambiano così velocemente da non ammettere più reazioni lente, distrazioni e indecisioni. Niente di quello che è stato fatto fino ad oggi può consentire di sostenere questi cambiamenti, men che meno per un’Isola che aggiunge il problema dei trasporti alla questione turismo. Basta con gli espertini, con la politica vuota, con soldi sparati a bengala. Questa volta pensare a un cambiamento in meglio non è un augurio o una speranza, è una profonda necessità.

*imprenditore turistico, già sindaco ad Alghero



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