Cor
22 febbraio 2024
Balneari, Tedde e Caria: ora soluzioni definitive
Forza Italia Alghero starà sempre con gli operatori balneari: gli stabilimenti rappresentano decenni di lavoro e la storia di generazioni di famiglie che hanno fatto impresa e turismo in Italia, in Sardegna e ad Alghero
ALGHERO - Il centrodestra sardo ha fatto bene a rinnovare le concessioni demaniali marittime per la prossima estate. Ora vanno trovate soluzioni definitive, all’interno del quadro normativo di riferimento, per tutelare beni ambientali e un comparto fondamentali per il turismo e l’economia isolani. Forza Italia è impegnata a ogni livello per scongiurare il caos. Dall’emendamento azzurro al Decreto Milleproroghe approvato in Parlamento all’attività condotta a Cagliari e Alghero da Marco Tedde e Giovanna Caria, candidati consiglieri regionali di Forza Italia Alghero a sostegno di Paolo Truzzu presidente, la posizione è chiara: serve una norma che spazzi via l’incertezza che aleggia sul settore e indennità per la perdita d’avviamento e ristori per i concessionari che in sede di gara non avessero la conferma delle concessioni. Forza Italia Alghero starà sempre con gli operatori balneari: gli stabilimenti rappresentano decenni di lavoro e la storia di generazioni di famiglie che hanno fatto impresa e turismo in Italia, in Sardegna e ad Alghero.
Ma tra gli effetti indesiderabili della Direttiva Bolkestein c’è il rischio di liberalizzare l’utilizzo della Grotta di Nettuno e la fine della sua gestione pubblica. Per Forza Italia Alghero la Grotta di Nettuno va inquadrata tra i beni paesaggistici, ambientali e culturali e va sottratta alla possibilità che venga gestita come servizio economico secondo le regole di mercato. Forza Italia Alghero è in prima linea nell’interesse della comunità algherese ma non solo. «Vale per le Grotte di Nettuno e per la Grotta Verde, sempre ad Alghero, ma anche per la Grotta del Bue Marino di Dorgali, di Su Palu a Urzulei, di Is Zuddas a Santadi, di Su Marmuri a Ulassai, del Fico a Baunei e altre che per la loro valenza storica e la fragilità non possono essere gestite da imprese private», ribadiscono Marco Tedde e Giovanna Caria. «Sono beni sottoposti a convenzioni internazionali, vanno utilizzati secondo la normativa comunitaria di riferimento – dicono – non possono essere oggetto di uno sfruttamento massivo che produrrebbe il loro depauperamento, è un rischio che la Sardegna non può permettersi».
|