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S.A. 9 febbraio 2024
«Scuola e istruzione per uscire dalla crisi»
L’ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru, che ha incontrato a Cagliari i rappresentanti del Co.re.form, Coordinamento rete degli enti di formazione della Sardegna
«Scuola e istruzione per uscire dalla crisi»

CAGLIARI - «Per far uscire la Sardegna dalla povertà abbiamo bisogno di un maggiore livello di istruzione e di fornire maggiori competenze e una formazione continua a giovani, lavoratori e disoccupati. Le agenzie formative possono svolgere un grande lavoro in tal senso». L’ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru, che ha incontrato a Cagliari i rappresentanti del Co.re.form, Coordinamento rete degli enti di formazione della Sardegna. «In questi anni potreste averne sentito di tutti i colori – ha esordito Soru, che ha dialogato coi presenti e risposto alle loro domande -, è giusto fare chiarezza una volta per tutte. Nel 2004 siamo intervenuti per porre rimedio al proliferare ingiustificato dei corsi sull’obbligo formativo. Era nata con una iniziativa statale per la scolarizzazione di alunni svantaggiati e una spesa complessiva di due milioni di euro ed era arrivata a impegnare risorse regionali per un totale di 150 milioni, per giunta monopolizzata da alcuni enti capitanati da sindacati o organizzazioni religiose. Quindi la Regione era dovuta intervenire per bloccare questa spesa fuori controllo e permettere inoltre l’ingresso di nuovi soggetti privati tramite risorse a bando. Prima invece, col il criterio della spesa storica, non c’era concorrenza. I soldi andavano sempre agli stessi per corsi che non servivano a niente ed era una distorsione del sistema formativo che abbiamo interrotto.»

«Nei vostri interventi – ha detto poi il candidato - è stato detto più volte che la Regione è sempre in ritardo, che i bandi per i corsi formativi vengono fatti di anno in anno, con tutta la precarietà per il processo formativo e per i lavoratori. È un problema che ho riscontrato anche nei bandi per la cultura o il cinema, non si programma su un orizzonte di almeno tre anni ma si ripete ogni anno lo stesso bando. È necessario invece dare sicurezza a chi lavora e liberare gli uffici regionali dal dover continuare a scrivere sempre lo stesso bando.» «Vedo il sistema della formazione come molto importante e complementare a quello scolastico. Vogliamo – ha continuato Soru - una collaborazione tra questi due mondi, perché vanno considerati insieme con l’obiettivo di non perdere neppure un ragazzo. Il nostro programma mette al centro, come opere pubbliche più importanti, istruzione e formazione. Vogliamo una scuola aperta, che sia anche un luogo di socializzazione, dove alle conoscenze di base si possano affiancare quelle utili nel mondo di oggi come le competenze digitali o le lingue straniere e anche l’acquisizione di abilità pratiche come la falegnameria o la meccanica. In questa “scuola lunga” c’è lavoro per tanta gente, oltre agli insegnanti di ruolo e le agenzie formative avrebbero un ruolo.»

«Identica importanza - ha aggiunto - il sistema formativo può ricoprire nella cosiddetta alternanza scuola-lavoro. In Sardegna non si sono tantissime aziende e si fa fatica ad avviare questi percorsi. Forse allora è più giusto collaborare con gli enti di formazione per le attività di orientamento, per l’acquisizione di competenze trasversali, spendibili poi nelle aziende, invece che per portare avanti percorsi formativi extrascolastici più fragili. La stessa cosa si piò fare negli ITS, dove non serve solo portare i ragazzi al diploma ma aiutarli ad avere un percorso anche dopo.» Passando a parlare dei servizi per il lavoro, Soru ha ricordato come «quasi tutte le agenzie formative sono anche agenzie per il lavoro cioè soggetti accreditati che affiancheranno i centri per l’impiego per favorire l’occupabilità e l’aggiornamento delle competenze. In questo momento però le agenzie hanno un ruolo subordinato rispetto ai centri dell’impiego. L’auspicio è che la Regione doti agenzie per il lavoro e formative di strumenti per affiancare più efficacemente i centri per l’impiego.» «Per noi – ha concluso Renato Soru - l’opera pubblica da fare è eliminare la povertà. E ci riusciamo se c’è un livello di istruzione maggiore e migliori competenze. Ci sono tanti disoccupati, ma anche un gran numero di inoccupabili e c’è il rischio che nel futuro aumenteranno perché il lavoro sta cambiando profondamente grazie alle tecnologie. Vogliamo allora che, grazie alla scuola e grazie al sistema formativo che lo accompagna , sia possibile avere percorsi di formazione continua che favoriscano sempre l’occupabilità e non la competenza per un singolo lavoro che può diventare superato.»



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