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S.A. 29 gennaio 2024
Renato Soru presenta i candidati di Progetto Sardegna
Il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru che, a Sassari e a Cagliari, ha presentato i candidati di Progetto Sardegna per le due circoscrizioni elettorali
Renato Soru presenta i candidati di Progetto Sardegna

CAGLIARI - «Non stiamo presentando solo una lista, ma l’avvio di un percorso per un nuovo partito sardo: un partito con testa, cuore, ragionamenti, ambizioni e orizzonti in Sardegna»: l’ha detto il candidato presidente della Coalizione sarda Renato Soru che, a Sassari e a Cagliari, ha presentato i candidati di Progetto Sardegna per le due circoscrizioni elettorali. «Pensiamo – ha detto ancora Soru - che non ci sia bisogno di un altro movimento o di un'altra lista per eleggere qualcuno, ma di una storia diversa rispetto a quella che ci stanno proponendo i partiti italiani. Che sono ormai chiusi in se stessi e fossilizzati attorno a gruppi dirigenti che cercano di perpetuarsi per i loro destini personali. Pensiamo invece che la partecipazione democratica si possa allargare per mettere a frutto le capacità, le idee e l'entusiasmo di ogni cittadina e cittadino. In Val d’Aosta, nel Trentino, in Catalogna o nei Paesi baschi i partiti regionali hanno dato una forte spinta per lo sviluppo e vogliamo che succeda così anche da noi, così che la Sardegna diventi una regione che possa confrontarsi alla pari con quelle più avanzate d’Europa»

«Il primo obiettivo – ha continuato - sono le prossime elezioni regionali. Ma possiamo dire che abbiamo già vinto perché abbiamo imposto l'agenda politica. Abbiamo imposto i temi e qualche volta ce li copiano perché è facile con lo streaming. Non credo però che le stesse parole abbiano la stessa convinzione abbiano la stessa capacità di essere messe dentro un'idea collettiva e una visione di Sardegna. Quello che propongono gli altri candidati in campo sono progetti confusi.» Per il candidato della Coalizione sarda, «quello della destra non lo conosciamo, a Roma hanno deciso pochi giorni fa che il candidato è Truzzu. Ma stiamo vedendo quello che sta facendo il governo di Giorgia Meloni. Vuole portare a Roma competenze sulle zone economiche speciali e quelle sui parchi nazionali, porta avanti un progetto di autonomia differenziata che ci renderà una Regione speciale in negativo, pensa di portare nelle basi militari sarde le scorie nucleari. Come potrebbe Truzzu intervenire a difesa della Sardegna? È il rappresentante scelto da Giorgia Meloni, del partito di Giorgia Meloni, anzi amico di Giorgia Meloni.»

«Dall’altra parte, il Pd subisce in silenzio il primato dei 5Stelle. In Sardegna – ha detto Renato Soru - nulla hanno saputo fare. Lo potete chiedere a Porto Torres o a Carbonia. Oppure ad Assemini, dove il Campo largo ha perso contro un’esperienza civica. La candidata 5Stelle non conosce la Sardegna, non ha idee originali ed è stata imposta. Dietro di lei c’è una classe dirigente usurata. Ma c’è di peggio: se a livello nazionale lo scontro tra Schlein e Conte dovesse andare avanti, sappiamo che Conte può cercare alleanze diverse da un giorno all’altro, per mera gestione del potere. L’ha già fatto: ha governato con la destra di Salvini, è passato col Pd e ha cambiato ancora idea aprendo la strada a Meloni. Se l’alleanza col Pd si rompe, cosa direbbe a chi governa la Sardegna?». «Noi dobbiamo perseguire una strada diversa, senza ambiguità, perché abbiamo bisogno di una visione chiara, coerente e consapevole per il futuro, di civismo che i partiti non hanno voluto accogliere, di forze nuove che sono state escluse e che ora si aggregano. Siamo a un bivio – ha concluso Soru - , dobbiamo sentirci tutti in mobilitati nella costruzione di una Sardegna nuova che negozi i propri poteri e li utilizzi. Oppure possiamo scegliere un viceré a piacere a cui consegnare il nostro oggi e il futuro, la gestione e il governo del nostro territorio, del nostro ambiente, delle nostre risorse e ogni nostra decisione. La Sardegna deve scegliere se tornare indietro ai viceré o andare incontro all’Europa avanzata, a una Sardegna più ricca e felice una Sardegna. Per essere orgogliosi di quello che facciamo noi oggi. Non dei nuraghe di 4000 anni fa, ma di quello che saremo capaci di fare noi ed è tanto.»



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