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18 gennaio 2024
Natale in Casa Cupiello: tournée sarda
Tournée nell´Isola sotto le insegne CeDAC Sardegna: una versione insolita e affascinante della celebre commedia, in cartellone oggi (giovedì 18 gennaio) alle 21 al Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero, sabato 20 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine lunedì 22 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale
ALGHERO - Omaggio a Eduardo De Filippo con “Natale in Casa Cupiello”, intrigante “spettacolo per attore cum figuris”, da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia in tournée nell'Isola sotto le insegne de La Grande Prosa del CeDAC Sardegna: una versione insolita e affascinante della celebre commedia, in cartellone oggi (giovedì 18 gennaio) alle 21 al Teatro Civico “Gavì Ballero” di Alghero, sabato 20 gennaio alle 21 al Teatro del Carmine di Tempio Pausania e infine lunedì 22 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di San Gavino Monreale per una riflessione sul significato e sul ruolo della famiglia tra incomprensioni e conflitti, tentativi di dialogo e scontri generazionali, ma anche sulla dialettica fra tradizione e modernità.
Sotto i riflettori Luca Saccoia che interpreta il dilemma di Tommasino, il figlio scapestrato e ribelle, finalmente riconciliatosi con le sue origini e la sua storia, nello spazio scenico disegnato da Tiziano Fario (anche creatore di maschere e pupazzi) con la regia di Lello Serao, per un emozionante viaggio in un suggestivo teatro della memoria, dove il testo del grande drammaturgo napoletano rivive in chiave surreale e poetica. «Il presepe è l’orizzonte dentro cui si muove tutta l’opera sia in senso reale che metaforico» – sottolinea il regista Lello Serao – «è l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo. Il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e non piacere».
Sulla fatidica domanda – “Te piace 'o presepe?” – si incentra la pièce che sposa recitazione e teatro di figura, in cui il protagonista rievoca i volti e le parole, i momenti significativi, le azioni e le scelte, fino a una presa di coscienza e a una nuova consapevolezza delle proprie responsabilità: Tommasino decide infine di raccogliere l'eredità paterna, di portare avanti un'usanza che assume un diverso valore simbolico, con un messaggio di pace e armonia diffuso tra le genti attraverso la celebrazione del mistero della Natività.
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