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16 gennaio 2024
Par condicio, appello Corecom
In vigore le disposizioni in materia di par condicio - previste dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 e s. m. e dal Codice di autoregolamentazione di cui al DM 8 aprile 2004 - che disciplinano i programmi di comunicazione politica, i programmi di informazione, i messaggi politici autogestiti (gratuiti e a pagamento) e i sondaggi politici ed elettorali
CAGLIARI - A partire da giovedì 11 gennaio sono in vigore le disposizioni in materia di par condicio - previste dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 e s. m. e dal Codice di autoregolamentazione di cui al DM 8 aprile 2004 - che disciplinano i programmi di comunicazione politica, i programmi di informazione, i messaggi politici autogestiti (gratuiti e a pagamento) e i sondaggi politici ed elettorali sulle emittenti radiotelevisive locali. Lo ricorda il Corecom Sardegna, che ha predisposto un decalogo sui comportamenti da tenere durante la campagna elettorale. «Faccio appello alla professionalità dei colleghi giornalisti – dichiara il Presidente del Corecom Sardegna, Sergio Nuvoli – perché sia garantita una rappresentazione mediatica equilibrata di tutte le forze politiche in campo, anche le più piccole e le più giovani. I giornalisti e quanti lavorano nella comunicazione istituzionale hanno una grande responsabilità per informare correttamente i cittadini e le cittadine in una contesa elettorale dai toni già particolarmente accesi».
Si ricorda inoltre che, dalla data di convocazione dei comizi elettorali – 14 dicembre 2023 - e fino alla chiusura delle operazioni di voto, l’art. 9 della legge 28/2000 fa espresso divieto alle Pubbliche Amministrazioni di svolgere attività di comunicazione. E’ prevista soltanto un’eccezione, per quelle attività effettuate in forma impersonale e che siano indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni. Tutte le altre attività di comunicazione istituzionale sono sanzionabili. Durante il sopraindicato periodo, dunque, il Corecom Sardegna invita tutte le amministrazioni pubbliche ad effettuare esclusivamente forme di comunicazione dal contenuto strettamente istituzionale e funzionale all’operatività dell’ente, rammentando, altresì, che la comunicazione deve rivestire oltre il carattere della indispensabilità anche quello dell’impersonalità.
«In base a questo divieto – precisa il Presidente Nuvoli - le amministrazioni pubbliche non possono certamente compiere attività volte ad appoggiare le liste o i candidati impegnati nel confronto elettorale (la cosiddetta “propaganda elettorale in forma diretta”), ma devono astenersi anche da quegli interventi che, pur avendo come finalità principale la promozione dell’immagine o dell’attività istituzionale dell’ente, possano favorire una rappresentazione positiva o negativa di una determinata opzione elettorale (propaganda elettorale in forma mediata). E’ evidente che la legge si riferisce a qualunque mezzo di comunicazione istituzionale, in particolar modo ai siti web e alle piattaforme social: chiedo a tutti la massima attenzione nell’utilizzo di questi strumenti». «La legge – aggiunge Nuvoli – punta a prevenire le interferenze e le distorsioni che la comunicazione degli enti pubblici può indurre rispetto ad una libera consultazione elettorale. Ma vuole anche evitare che chi ricopre cariche pubbliche sia tentato in questi giorni di utilizzare gli strumenti di cui dispone per avvantaggiare la propria parte politica, alterando il principio della par condicio». Di qui l’invito al rigoroso rispetto della par condicio anche da parte degli enti pubblici.
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