S.A.
10 gennaio 2024
Il tour di Gioele Dix a Sassari e Cagliari
Una pièce originale e avvincente ispirata ai racconti dell´autore de “Il deserto dei Tartari” interpretata dalll´attore, drammaturgo, regista e cabarettista milanese. Appuntamenti a Sassari il 16 gennaio e dal 17 al 21 a Cagliari
SASSARI - Omaggio al grande scrittore, giornalista e pittore con “La corsa dietro il vento / Dino Buzzati o l'incanto del mondo” di e con Gioele Dix, in scena con Valentina Cardinali (produzione CTB / Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Giovit – distribuzione Retropalco srl) in cartellone martedì 16 gennaio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e da mercoledì 17 fino a domenica 21 gennaio al Teatro Massimo di Cagliari sotto le insegne de La Grande Prosa firmata CeDAC Sardegna.
Una pièce originale e avvincente ispirata ai racconti dell'autore de “Il deserto dei Tartari”, dove l'attore, drammaturgo, regista e cabarettista milanese, noto al grande pubblico per le apparizioni televisive – da Cocco a Mai dire Gol e Zelig – porta in scena le trame fantastiche e surreali, che riflettono la complessità dell'animo umano e i chiaroscuri dell'esistenza, da “Una pallottola di carta” in cui sono racchiuse le idee di un artista, al senso di vertigine de “La ragazza che precipita” e al curioso caso di “Una lettera d'amore”, alle ultime righe tracciate a matita «sulla poca carta bianca che rimane».
“La corsa dietro il vento” traccia un itinerario tra le pagine di Buzzati – da “Sessanta Racconti”, “Il colombre”, “In quel preciso momento” – in cui le intuizioni e le invenzioni dell'artista e intellettuale bellunese si intrecciano alle memorie personali dello stesso Gioele Dix (al secolo David Ottolenghi), per evocare paesaggi reali e luoghi dell'immaginario, emozioni e stati d'animo, ricordi e riflessioni.
«Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni» – rivela Gioele Dix –. «La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare».
Nella foto (di Laila Pozzo): Gioele Dix
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