S.A.
10 gennaio 2024
Multiss denuncia: «Fondi europei fermi in Sardegna»
A lanciare l’allarme è Antonio Spano, il direttore generale della Multiss, la società di servizi di cui è azionista di riferimento la Provincia di Sassari che denuncia: a tre anni dall’inizio ufficiale del ciclo di programmazione 2021-2027 i programmi Fesr, Fse, Feasr e Feamp non sono ancora del tutto operativi
SASSARI - «I fondi comunitari rappresentano per la Sardegna una priorità, un’opportunità imprescindibile per assistere il sistema socio-economico e imprenditoriale dinanzi alle sfide della transizione, ma a tre anni dall’inizio ufficiale del ciclo di programmazione 2021-2027 i programmi Fesr, Fse, Feasr e Feamp non sono ancora del tutto operativi». A lanciare l’allarme è Antonio Spano, il direttore generale della Multiss, la società di servizi di cui è azionista di riferimento la Provincia di Sassari. «In base all’esperienza maturata alla guida della Multiss nei processi integrati di programmazione, attuazione e utilizzo dei fondi comunitari, rilevo un problema di pianificazione e programmazione dei fondi, nonostante l’impegno e la professionalità dei diversi livelli di governo territoriale – sottolinea Spano – e questo impatta negativamente sull’utilizzo e sull’avanzamento della spesa».
Il monito è indirizzato all’intera classe dirigente isolana, anche in vista delle prossime elezioni regionali. «Non possiamo permetterci di non utilizzare fino all’ultimo euro dei fondi che ci sono stati messi a disposizione dall’Europa – insiste spano – ma il sistema di programmazione e attuazione dei fondi deve essere modificato coerentemente alle procedure europee». Addio all’approccio caratterizzato dall’attivazione “in emergenza”, insomma, per restituire valore ai processi partecipativi dal “basso verso l’alto” che «caratterizza quelle regioni europee che riescono a capitalizzare i fondi europei in strumenti di sviluppo per le imprese e di benessere per i cittadini», avverte il direttore. «Multiss è pronta a svolgere un ruolo da protagonista sul piano operativo per coordinare il Nord Ovest Sardegna nella gestione delle politiche europee e le opportunità offerte dalla programmazione comunitaria, così da favorire la ripresa e lo sviluppo di un territorio che deve diventare di nuovo appetibile agli investimenti basati sui principi di sostenibilità economica e ambientale», è la proposta che parte dall’osservatorio privilegiato della realtà che opera da anni come una sorta di centro di programmazione territoriale.
«In base agli indicatori socio-economici usati per l’assegnazione delle risorse comunitarie, la Sardegna è una regione con problemi sopra la media europea, in cui l’impatto delle transizioni sociali, demografiche, economiche, ambientali ed energetiche rischia di aggravare una situazione già critica – è l’analisi – e poiché non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose, dobbiamo attivarci per migliorare l’approccio all’utilizzo dei fondi europei, imprescindibili per aumentare il livello di benessere e coesione dei nostri territori». Diversamente, è il timore, «la Sardegna sarà sempre più esposta agli effetti delle crisi che ci affliggono».
Sul come, Antonio Spano ha le idee chiare. «Sarebbe sufficiente programmare e attuare a livello territoriale, qualificare le competenze all’interno degli enti territoriali e capitalizzare le esperienze positive degli approcci territoriali integrati, rafforzando la logica multifondo», propone il direttore della Multiss, che per la Provincia e i Comuni dell’area vasta di Sassari rappresenta il braccio operativo verso la realizzazione di un ambiziosissimo progetto: un Centro provinciale di programmazione per il Nord Sardegna, sulla scorta dell’esperienza già fatta con il progetto “RESET – Rete tErritoriale di Sviluppo e spErimentazione Turistica”, attraverso cui «è parso evidente che per la programmazione e l’utilizzo di fondi europei la collaborazione pubblico-privato, oltre che possibile, è l’elemento di valore aggiunto – conclude Spano – se si riuscisse a pianificare e programmare l’attuazione di fondi pubblici di derivazione europea o nazionale utilizzando i processi di co-sviluppo e innovazione sociale sarebbe molto più semplice capitalizzare e diffondere i vantaggi dei fondi europei a una platea di beneficiari più ampia».
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