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Nicola Sanna 30 dicembre 2023
L'opinione di Nicola Sanna
Miracolosi risultati sul bilancio di Sassari
<i>Miracolosi risultati sul bilancio di Sassari</i>

Rispetto alle roboanti e mirabolanti dichiarazioni del Sindaco Campus e del suo Assessore al Bilancio circa i miracolosi risultati conseguiti in materia di bilancio comunale, per amore della verità occorre specificare alcuni non trascurabili dettagli. Innanzitutto sul quadro generale delle norme di contabilità pubblica: con la pandemia c’è stata la sospensione dei rigidi vincoli del patto di stabilità e la possibilità di azzerare tutti i debiti fino a 5.000 euro prima e 1.000 euro poi che i cittadini avevano nei confronti dei Comuni. Una situazione assolutamente inedita negli anni precedenti quando si dovevano mantenere i cosiddetti equilibri di bilancio i quali, a causa del Covid, sono andati a farsi benedire. Sfatiamo subito il fatto che la mia amministrazione abbia lasciato un debito da 30 milioni di euro: non c’è alcun debito a carico delle casse comunali, anzi è proprio il contrario: si trattava di un credito del Comune nei confronti dei cittadini, maturato a partire dall’anno 2000, quindi a partire dalla prima giunta Campus, e fino all’anno 2015. Tecnicamente questi crediti si chiamano residui attivi, cioè somme che il Comune deve incassare ad esempio per la tassa per il servizio di smaltimento dei rifiuti, l’Imu, i canoni da case popolari, suolo pubblico, pubblicità ecc.ecc. Tutte tasse che vengono pagate mediamente dal 60 al 70% dei sassaresi nello stesso anno in cui ricevono l’avviso di pagamento. Quando i cittadini non pagano il Comune o l’agenzia delle entrate iscrive a ruolo quelle cartelle di pagamento che, se si è fortunati, si incassano altrimenti si trasformano in crediti inesigibili di cui sarà difficile ottenere l’incasso.

Pertanto per disposizione di legge, introdotte dal Decreto Legislativo n. 126/2014, a tutti i comuni italiani fu fatto obbligo di effettuare l’operazione di riaccertamento straordinario dei residui, vale a dire di verificare per bene se i crediti del Comune fossero ancora esigibili. Se ci sono molti dubbi si istituisce un disavanzo tecnico frazionato in 30 anni, sostenuto da un Fondo Crediti di dubbia esigibilità, imponendo così alle casse comunali un risparmio forzoso annuale nel bilancio che, per Sassari, è stato fissato in 977.000 euro, fino al rientro dell’importo di 30 milioni. Quindi non c’è mai stata nessuna mala amministrazione, ma il semplice adempimento ai dettati di legge, ancorché gravosi, come per tutti i comuni d’Italia. Questo tipo di residui attivi, divenuti inesigibili, si sono generati anche nel corso dell’attuale Amministrazione Campus: infatti dal 2019 ad oggi si è passati da 15,8 milioni di euro a 50,6 milioni. Se dovessi usare le stesse parole di Campus dovrei dire che con il suo mandato ci sta lasciando 50 milioni di debiti? Per fare propaganda, come fan loro, si potrebbe dire ma, per amore della verità, io guardo la realtà dei fatti e delle leggi. Nelle comunicazioni al consiglio Assessore e Sindaco affermano di aver “quasi annullato” questo debito che, come detto, non è un debito. Di per se è comunque una buona notizia ma se andiamo a vedere come è stato possibile si capisce che si tratta di artifizi finanziari, possibili grazie alle variazioni normative intervenute che hanno consentito una interpretazione più ampia, come confermato recentemente anche dalle corti dei conti del Molise, Lazio e Lombardia, per un recupero anticipato del disavanzo da riaccertamento straordinario, a patto che vengano indicate quali entrate comunali si utilizzano per la copertura del disavanzo tecnico. L’artifizio legittimo, sia ben chiaro, consistito nello spendere meno nei diversi capitoli essenziali per la comunità e, grazie e a causa della pandemia, risparmiando diverse milionate non potendo svolgere gli eventi tradizionali come cavalcata, faradda, eventi culturali e di fine anno.

Un altro artifizio, sempre legittimo, lo ritroviamo nella notizia di aver scovato circa 6.500 cosiddetti evasori totali, funzione da sempre perseguita dagli ottimi funzionari del settore tributi. La notizia di per se è una buona notizia ma - come è capitato nella mia esperienza amministrativa -, quando si scovavano mediamente tra i 1.000 - 1.500 evasori totali all’anno, occorreva sempre essere prudenti nell’imputare a bilancio le somme che codesti evasori avrebbero dovuto pagare. Infatti non è detto che l’accertamento sia fondato, per cui si stima che circa il 30% di loro contestino, a ragione e con successo, l’accertamento. Quindi se contavi di incassare 100, è probabile che non incasserai nulla; inoltre per il restante 70%, quando l’accertamento è fondato, devi considerare che il solo il 60 o 70% di loro pagherà nell’anno di competenza. Di fronte a questa incertezza la Giunta Campus iscrive per certo il 100% delle possibili maggiori entrate, ben sapendo che non sarà così, a consuntivo ci penserà chi gli succederà. In sintesi questo significa che Campus e Sardara in questi anni hanno certamente ridotto notevolmente molte spese, anche utili ed essenziali per la collettività –quindi ben oltre i 977 mila euro di rata annuale a compensazione dei 30 milioni-, e solo per mera ipotesi hanno iscritto maggiori entrate dal punto di vista finanziario (cioè di soldi ancora da incassare), in modo tale da far figurare un annullamento del disavanzo tecnico di amministrazione. Pertanto questo Sardara dice di aver meritato un riconoscimento tra le migliori città del mezzogiorno d‘Italia. Questo ci fa piacere, ma a proposito di premi reali ed in condizioni di maggiori vincoli rispetto a questo ultimo quinquennio, ci tengo a ricordare che durante la mia gestione Sassari vinse l’Oscar di Bilancio della Pubblica Amministrazione nella categoria Comuni capoluogo di Provincia, non solo per gli aspetti contabili di se per nulla trascurabili, ma anche per la capacità di comunicazione e di coinvolgimento dei cittadini nelle questioni di bilancio aspetto, quest’ultimo, che in questi ultimi 5 anni ha fortemente scarseggiato.

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