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21 dicembre 2023
Per le festività i panettoni artigianali algheresi
La rivisitazione di un dolce settentrionale trasformato in prodotto della tradizione isolana, l’immancabile “Menjar Blanc” e le varietà di dolci tipici dei paesi del nord ovest della Sardegna
In Sardegna esistono dolci per ogni celebrazione, dai festeggiamenti laici alle più solenni feste religiose, anche perché la nostra isola vanta un’antica tradizione dolciaria conservata nel tempo ed intrisa di storia e cultura. Non bisogna dimenticare, infatti, che le contaminazioni dovute all’arrivo di nuovi popoli, conquistatori o mercanti, hanno arricchito per secoli la varietà culinaria presente sulle nostre tavole. Nonostante l’apporto esterno, la pasticceria sarda non ha cambiato la propria identità, restando figlia di quei prodotti semplici e naturali che arrivano direttamente dal campo, dalla terra che i nostri avi hanno saputo sfruttare con sapienza ed ingegno. Il periodo natalizio e subito dopo quello del Capodanno ed Epifania sono il momento dell’anno in cui il turista che giunge nel nostro territorio può gustare i dolci più rinomati. In tavola non possono mancare i panettoni artigianali, diversi esteticamente, ma soprattutto per sapori e gusto, dalle lavorazioni industriali abbondantemente presenti negli scaffali della grande distribuzione. Ad Alghero l’artigiano dei dolci Roberto Murgia ha letteralmente ricostruito un prodotto tipico del nord Italia evolvendolo in una fantasia di sapori che fondano le radici nella tradizione isolana. Ed è così che nasce il “Durche Sardigna”, il primo panettone artigianale con pompia (una varietà di limone tipica della zona di Siniscola) candita nel miele, mandorle e zafferano. Il “Panspinoso”, invece, è un panettone che ha come ingrediente principale il carciofo sardo che, accostato al profumo del mandarino candito, unisce due realtà apparentemente così distanti in un unico prodotto innovativo. C’è poi il “Pa’Turron creato con un impasto di miele di castagno profumato con vaniglia bourbon e limone. Il dolce viene infine farcito con torrone sardo al miele e mandorle. In questi giorni, l’ultima creatura dell’artigiano algherese è il “Panettone Salato” per il quale ha utilizzato il “s’ortau”, l’insaccato tipico del paese di Ardauli, con aggiunta di pecorini sardi e con venti tipologie di pepe.
Per finire con la più antica tradizione isolana, Roberto Murgia propone un dolce che il turista amante delle ricette regionali non può fare a meno di gustare: la “Turte e Saba”. Si tratta di un pane di sapa che viene solitamente preparato, in molti paesi sardi, proprio a ridosso del Natale. Questa creazione artigianale ha come ingredienti farina, uova, strutto, frutta secca, uvetta, canditi, spezie e l’immancabile “saba” che, per i non addetti ai lavori, è il mosto d’uva che viene cotto per diverse ore in modo da ridurne la quantità condensandolo in una sorta di marmellata. Sempre nella Riviera del Corallo, durante le festività, è facile trovare sulle tavole il più classico dei dolci algheresi: il “Menjar Blanc”, antica ricetta medievale introdotta in città intorno al XIV secolo durante il dominio catalano. E’ un piatto molto semplice, ma non di così facile costruzione, perché ha bisogno delle giuste dosi e di tempi perfetti per una sapiente realizzazione. In origine era una varietà di budino proveniente dalla cultura andalusa, ma in tempi più moderni la ricetta è stata rivisitata producendo le due varianti “tortas” e Tabaqueras”. Innanzitutto si deve creare una crema di latte addensandola con amido, si aggiungono delle scorze di limone per aromatizzarlo e nel frattempo si lavora la pasta di semola con zucchero, strutto ed acqua. Una volta tirata, la sfoglia viene adagiata sul fondo di una tortiera, si versa il “menjar blanc” per poi ricoprire il tutto con un’altra sfoglia. La cottura in forno dura intorno ai 40 minuti, ad una temperatura di 180 gradi. Il tipico dolce algherese deve essere servito freddo e porzionato a fette come si fa con una torta. Le “tabaqueras” risultano più piccole ed hanno una forma di mezza luna, un raviolo con il ripieno della crema di latte addensato ed aromatizzato.
Nei paesi limitrofi alla città catalana, come in tutto il territorio del nord ovest della Sardegna, vengono prodotte diverse qualità di dolci, ma gli immancabili sono “sos amarettes”, “sas tiriccas” e “sos pabassinos”. Gli amaretti sono dei biscotti circolari prodotti con mandorle dolci e amare in un impasto di farina, scorza di limone e albume d’uovo, mentre le tiricche sono realizzate con sfoglia di pasta violata e farcite con la riduzione del mosto del vino, la sapa, ma c’è anche la variante con ripieno di mandorle e miele. I papassini sono, invece, dei dolcetti dalla forma allungata, a volte esagonale, che vengono ricoperti di glassa di albume con o senza diavolini multicolori sulla superficie. L’impasto viene lavorato con farina, mandorle tritate, latte e l’immancabile uva passa. Il turista che decide di passare le festività di fine anno nell’isola avrà tutte le possibilità di assaggiare le varietà dolciarie proposte in questo periodo particolare, ma gran parte dei prodotti di cui abbiamo parlato vengono serviti durante tutto l’anno sulle tavole dei ristoranti sardi. Inoltre esistono importanti aziende che esportano nel resto del Paese e in tutto il mondo l’eccellenza della gastronomia isolana.
realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio.
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