S.A.
27 novembre 2023
Fine anno agro dolce per allevatori Meno aiuti e Pac e più burocrazia
Entro la fine di Novembre arriveranno gli anticipi dei contributi Europei previsti dalla PAC per agricoltori e allevatori sardi ma calano gli importi e si appesantisce la burocrazia. L´appello di Tore Piana del Centro Studi Agricoli
SASSARI - Un fine anno in agro dolce, per il comparto dell’agricoltura e dell’allevamento sardo: entro la fine di Novembre arriveranno gli anticipi dei contributi Europei previsti dalla PAC, a stabilirlo la circolare AGEA numero 69190 del 20 Settembre che dispone indicazioni agli organismi pagatori di procedere a erogare gli acconti sui contributi previsti dalla PAC, si tratta del 68% del valore dei titoli posseduti dalle imprese agricole, circa il 20% degli aiuti previsti dagli eco schemi ed altre misure come il redistributivo per le aziende sino a 50 ettari. Mentre per gli aiuti del PSR/CSR, come benessere animale, Biologico e indennità compensativa, anche per queste misure sono previsti anticipi sino all’85% del totale, sempre dalla circolare AGEA e dalle Istruzioni Operative 0017 del 24 Novembre 2023.
«Si calcola un flusso di oltre 170 milioni di euro. Un accredito tanto atteso dagli agricoltori sardi, che da anni fanno per saldare fatture di mangimi, concimi, sementi e altre materie prime», afferma Tore Piana presidente dell’Associazione agricola. Quest’anno, dopo oltre 20 anni, le regole della PAC sono cambiate e conseguentemente anche gli importi che si riceveranno: «la Sardegna sarà penalizzata - continua Tore Piana - vogliamo ricordare l’esclusione dai finanziamenti dal Titolo 2 dell’eco schema 1 del comparto Ovi Caprino, dalla difficile applicazione delle nuove regole che in alcuni casi sta portando numerosi imprenditori Sardi a rinunciare a presentare le domande di aiuti, la riduzione del 50% del valore dei titoli ad ettaro».
A conti fatti, quest’anno agli agricoltori Sardi arriveranno meno aiuti ( secondo un calcolo approssimativo fatto dal CSA) la riduzione ammonta a oltre 40 milioni di Euro anno. Se a questo si aggiungono alcuni mesi di siccità, danni da Blue Tongue, Cavallette, alluvioni e aumento dei costi di Gasolio e Energia, il conteggio agli agricoltori è presto fatto. Oggi nelle campagne della Sardegna, si respira un’aria mista a rabbia, rassegnazione ma anche di grande voglia di andare avanti, guardando il futuro con moderato ottimismo. «La componente positiva di prospettiva, è data anche dal potenziale di crescita che possono avere comparti come Bovini da carne, la suinicoltura e la viticoltura, ma anche dalla tenuta del prezzo del latte di pecora nonostante una significativa riduzione ( circa 10/15 centesimi litro rispetto all’anno precedente) e dalle attività connesse all’agricoltura come la ricezione turistica e gli agriturismo» continua Tore Piana.
E conclude con un appello alla politica: «Ora in Sardegna nell’immediato futuro occorre, maggiore attenzione da parte della politica regionale nei confronti di questo importante comparto primario, si ha urgentemente necessita di ridurre la burocrazia e conseguentemente i tempi che intercorrono fra la presentazione delle domande e le istruttorie con l’emissione dei decreti di concessione, questi tempi devono essere massimo 120 giorni e non anni come adesso avviene, si pensi che si stanno decretando domande di imprenditoria giovanile di domande presentate nel 2016/2017 o domande di investimenti della misura 4.1 degli stessi anni, una assurdità che scoraggia qualsiasi iniziativa imprenditoriale».
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