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S.A. 27 ottobre 2023
Allarme credito: a rischio migliaia di imprese in Sardegna
Una impresa sarda che chiede ad un istituto di credito un finanziamento di 500mila euro da restituire in dieci anni dovrà pagare circa 164 mila euro di interessi contro i circa 49 mila dovuti due anni fa. Allarme Cna Sardegna dopo le ultime rilevazioni della Banca d´Italia
Allarme credito: a rischio migliaia di imprese in Sardegna

CAGLIARI - Una impresa sarda che chiede ad un istituto di credito un finanziamento di 500mila euro da restituire in dieci anni dovrà pagare circa 164 mila euro di interessi contro i circa 49 mila dovuti due anni fa. Su una linea di credito liquidità di 100mila euro da rimborsare in 36 mesi il costo complessivo per le aziende sarde è cresciuto da 7.700 a 11.800 euro, il 53% in più. Nel corso del 2023 il costo del credito per le imprese sarde è infatti cresciuto in maniera esponenziale. È una fotografia drammatica quella che si evince dall’ultimo report sul credito in Sardegna elaborato dal Centro Studi della Cna Sardegna, che colloca la nostra regione al quinto posto in Italia per crescita del costo del denaro (4 punti percentuali) per prestiti a lungo termine, alle spalle solo di Lazio, Sicilia, Campania e Molise.

«In un contesto di forte incertezza economica, alimentato da aspettative di inflazione, politiche monetarie restrittive e crisi internazionali, le imprese isolane, specialmente se di minori dimensioni, si trovano a fronteggiare un forte irrigidimento delle condizioni finanziarie che le pone in una condizione di svantaggio rispetto alle controparti di altre regioni - commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. Siamo di fronte a un preoccupante fenomeno di restrizione del credito che metterà a rischio default migliaia di imprese».

Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia, nella media del secondo trimestre del 2023 le imprese sarde hanno visto salire al 7,4% il tasso effettivo richiesto dalle banche per esigenze di liquidità (anticipo fatture, denaro circolante per fare fronte alle scadenze fiscali, tredicesime e scorte, anticipo POS o smobilizzo crediti).
Si tratta – evidenzia il report della Cna sarda - del punto di arrivo di una corsa al rialzo avviata nel terzo trimestre del 2022 (ancora non sono disponibili i dati del terzo trimestre che, con ogni evidenza, definiranno un nuovo picco); in pratica, in nove mesi il tasso medio annuo è passato dal 4,9 al 7,4%. A conti fatti, su una linea di credito liquidità di 100mila euro da rimborsare in 36 mesi il costo complessivo per le aziende sarde è cresciuto da 7.700 a 11.800 euro, il 53% in più. A testimonianza della condizione di forte penalizzazione per le imprese sarde, basti dire che soltanto la Calabria (8,2%), alla fine del secondo trimestre dell’anno in corso, ha misurato un livello medio dei tassi a breve termine superiore a quello della Sardegna. La media nazionale (5,9%), inoltre, dista dal dato regionale di oltre 1,5 punti percentuali.
Figura 2 – Tasso di interesse annuo (TAE) medio pagato dalle imprese* per esigenze di liquidità (giugno 2023)

Le cose vanno decisamente peggio per le imprese attive nel settore dei servizi, che, in media, tra aprile e giugno hanno pagato un tasso di interesse annuo del 7,8% (1,8 punti percentuali in più della media italiana), ma altrettanto ampio è il gap pagato dalle imprese manifatturiere (1,2 punti di margine rispetto al dato nazionale). Ancora più critica la situazione delle imprese di piccole dimensioni (società in accomandita semplice e in nome collettivo, società semplici e società di fatto con meno di 20 addetti). Basti dire che, alla fine dell’anno passato (ultimo periodo di disponibilità delle statistiche ufficiali sul credito per dimensione di impresa) tra piccole imprese e imprese medio-grandi la differenza del tasso di interesse annuo richiesto per esigenze di liquidità era già quasi il doppio: 10,2% contro il 5,4%.

Dinamiche analoghe si osservano per il costo del credito all’investimento. Sempre considerando il secondo trimestre dell’anno in corso, le imprese sarde sono arrivate a pagare per nuovi finanziamenti un tasso medio annuo del 5,9% (TAEG), da paragonare al 2,6% di un anno fa o all’1,87% pagato a giugno 2021. In definitiva, prendendo come riferimento la data del giugno 2021 (media ponderata durante il secondo trimestre 2021), la Sardegna è la quinta regione italiana per crescita del costo del denaro (4 punti percentuali) per prestiti a lungo termine, alle spalle solo di Lazio, Sicilia, Campania e Molise. Considerando un finanziamento pari a 500.000 euro ripagato in dieci anni, l’aggravio di costo del debito per un’impresa sarda rispetto alle condizioni del secondo trimestre 2021 è pari a circa 115mila euro (164.000 euro di interessi oggi, contro i circa 49.000 di due anni fa).



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