M.V.
12 ottobre 2023
Active Tourism: i paesaggi mozzafiato delle vie ferrate
Vicino ad Alghero si possono percorrere la scalata del Cabirol a Capo Caccia, la Ferrata di Giorrè nei pressi di Cargeghe e la Ferrata della Regina a Monteleone Rocca Doria. E per gli amanti dell’acqua c’è anche il “canyoning”
Tra le varie attività inerenti all’active tourism quella della percorrenza delle vie ferrate è forse tra le più suggestive. Non è necessario essere delle provette guide alpine per inerpicarsi lungo canyon, falesie e pareti a picco sul mare, ma è necessario possedere un certo allenamento alla fatica e una buona dose di concentrazione; il risultato finale è molto appagante, anche solo per essere arrivati in luoghi non accessibili a tutti e soprattutto con viste mozzafiato. Per chi ancora non ne conoscesse il significato e volesse approfondire c’è da sapere che si tratta di percorsi dotati di cavi metallici, ancoraggi fissi, scalette e staffe che permettono ai visitatori di accedere alle parti più alte di una montagna o di un particolare sperone di roccia. Notevole dettaglio viene dato all’attrezzatura necessaria per affrontare la scalata, come il casco, l’imbragatura, guanti e scarponi da trekking. Immancabile un comodo zaino dove conservare acqua e viveri particolarmente energetici, un kit di pronto soccorso, protezione solare, giacca a vento impermeabile e, per l’evenienza, una lampada portabile da piazzare con la fascia sulla fronte.
Nel territorio di Alghero, sul promontorio di Capo Caccia, si può accedere alla Ferrata del Cabirol, una scalata che presenta un moderato livello di difficoltà tecnica e di impegno fisico. Per iniziare il “viaggio” lungo la parete rocciosa a picco sul mare si deve arrivare in auto fino al parcheggio del belvedere dell’Isola Foradada. Si parte da Alghero percorrendo prima la strada statale 127 bis e poi la strada provinciale 55 bis, un totale di circa 24 chilometri dal centro urbano, per un tempo di percorrenza di una trentina di minuti. Tutti il percorso, dal momento dell’attacco fino al termine, dura meno di quattro ore e può essere percorsa anche in senso inverso. Purtroppo, attualmente, la Ferrata del Cabirol è chiusa in quanto considerata abusiva e, per tale motivo, manca la titolarità dell’impianto. Nei pressi della città di Sassari, appena fuori dal paese di Cargeghe, il turista scalatore può visitare la Ferrata di Giorrè, anche questa di media difficoltà e di impegno fisico non troppo spossante. Partendo da Alghero, seguendo la strada statale 291 var della Nurra e la E25, ci vogliono 45 minuti d’auto, mentre dal capoluogo di provincia appena 18 minuti. Si parcheggia nello spiazzo a lato della provinciale che da Cargeghe porta a Florinas, si transita nella stradina segnalata con il cartello “Magola-Giorrè” e si giunge all’attacco della ferrata. Anche qui il tempo necessario, dall’inizio al rientro a ritroso, è di circa tre ore totali. Per preservare il periodo di nidificazione delle specie avicole locali, la ferrata è percorribile nel periodo che va dal 1 marzo al 15 giugno.
A Monteleone Rocca Doria, 55 minuti d’auto da Alghero seguendo la strada statale 292 nord occidentale sarda, vi aspetta la Ferrata della Regina, un cammino lungo le cornici rocciose di Su Monte, l’altura che domina il lago Temo. Si parte dalla strada panoramica Subramonte, si prosegue sulla sterrata per incrociare la cartellonistica che indica il sentiero verso la ferrata. Il passaggio non risulta essere particolarmente difficile e mediamente tecnico, per un tempo di percorrenza di circa due ore. In tutta l’isola i turisti possono scalare otto ferrate, oltre a queste tre di cui ci siamo occupati sono disponibili: la Ferrata del Castello Medusa, non lontano dal paese di Samugheo; la Ferrata di Badde Pentumas, nel Supramonte di Dorgali; la Ferrata degli Angeli, nell’isola di Tavolara; la Ferrata al Pan di Zucchero, nei pressi della spiaggia di Masua; la Ferrata Gutturu Xeu, vicino ad Iglesias.
Per chi volesse approfondire il contatto con la natura più selvaggia può sempre avvicinarsi alla pratica del canyoning, che in italiano viene denominato “torrentismo”. Questo genere di disciplina sportiva permette di addentrarsi nei canyon naturali della Sardegna seguendo lo scorrere dei corsi d’acqua che li hanno formati. Per milioni di anni i piccoli torrenti si sono scavati una strada nelle rocce, formando profonde gole con notevole pendenza, cascate più o meno elevate, corridoi e laghetti. In questo ambiente inospitale chiamato forra si possono visitate luoghi di indicibile bellezza, incontaminati ed appaganti, con percorsi di varia difficoltà. Se non si esplorano nei mesi invernali, momento in cui i torrenti raggiungono la massima portata d’acqua, possono essere affrontati in modo più semplice, anche se la preparazione atletica è richiesta, così come una certa dose di esperienza. Nei pressi di Sassari, nel paese di Cargeghe si può intraprendere il Percorso Siscia, 1,76 chilometri di canyoning con difficoltà intermedia che si sviluppano tra ruscelli e rocce calcaree. Nei pressi di Ittiri il Percorso Sa Figu risulta più difficile, un canyon particolare scolpito dalla forza dell’acqua nel granito rosa. Insomma ce n’è per tutti i gusti, dalle ferrate sulle cime più alte ai sentieri nelle profonde vallate scolpite dai torrenti. Non resta che augurare buon divertimento!
realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio.
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