Cor
5 ottobre 2023
Rete fantasma a Tavolara
Recuperati dal fondale marino circa 200 metri lineari di reti fantasma. L’attività svolta con il supporto del personale dell’Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo mira a tutelare l’ecosistema marino
OLBIA - Nella mattinata di ieri è stata svolta un’importante attività dal IV Nucleo Sub della Guardia Costiera di Cagliari, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Olbia, presso il punto di immersione di Secca di Punta Arresto nell’isola di Molara, nella zona B dell’Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo, dove sono stati recuperati dal fondale marino circa 200 metri lineari di reti fantasma. L’attività svolta con il supporto del personale dell’Area Marina Protetta di Tavolara - Punta Coda Cavallo mira a tutelare l’ecosistema marino ripulendolo da quelli che sono veri e propri rifiuti dannosi non solo per la flora ma anche per la fauna marina.
Le “reti fantasma” sono infatti veri e propri rifiuti che, se lasciate in mare, continuano a “pescare” in maniera passiva e rappresentano per le specie ittiche che vi rimangono intrappolate dei veri e propri “muri della morte” e che, oltre a danneggiare l’habitat marino, sono un concreto pericolo per la sicurezza di sub e bagnanti. Le reti abbandonate rimosse dai fondali marini saranno avviate a smaltimento previa distruzione, a cura dell’Area Marina Protetta.
Il Direttore Marittimo della Sardegna settentrionale, Capitano di Vascello Giorgio Castronuovo ha espresso grande soddisfazione per l’attività posta in essere sottolineando l’importanza del tema della sensibilità ambientale e della necessità di promuovere e curare il benessere degli ecosistemi acquatici e la nostra salute. L’operazione “Reti Fantasma”, inserita in una più ampia campagna comunicativa sul tema della sensibilità ambientale, rientra nel progetto “PlasticFreeGC” nato nel 2019 dalla collaborazione tra il Comando Generale della Guardia Costiera e l’allora Ministero dell’Ambiente, oggi della Sicurezza Energetica. Una collaborazione volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni provocati dalla dispersione delle microplastiche nell’habitat marino, sulle conseguenze dannose che la plastica produce per le nostre coste, i nostri mari, la nostra salute.
|