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Cor 5 ottobre 2023
Turismo religioso: le chiesette campestri di Alghero
Il territorio della Riviera del Corallo vanta ben nove chiesette campestri ed una decina di piccole cappelle residenti nelle campagne, all´interno di terreni che un tempo ospitavano le ville appartenenti alle famiglie nobili
Turismo religioso: le chiesette campestri di Alghero

I luoghi di culto sono sempre stati motivo d’attrazione turistica per un notevole numero di visitatori che, oltre al mare, il sole e le spiagge, cercano nella storia del territorio un modo per entrare in contatto con la realtà dei luoghi visitati. Anche se non siamo in presenza di un vero e proprio “turismo religioso”, in cui la visita di chiese, santuari ed ogni altro genere di edificio sacro è il principale obiettivo, andare a cercare gli spazi dedicati allo spirito è sempre un momento importante nel periodo riservato alla scoperta delle città, paesi e piccoli borghi. Nel territorio della Riviera del Corallo sono presenti diverse chiese, alcune in città, altre sparse nelle borgate ed un numero consistente di chiesette campestri. In tutta la Sardegna, questi piccoli edifici di culto ammontano ad un numero che supera i mille e trecento, alcuni restaurati perchè ospitanti feste religiose tradizionali ed aperti al pubblico almeno una volta all'anno, altri completamente in disuso e ridotti a ruderi inglobati dalla forza dirompente della natura. Alghero vanta ben nove chiesette campestri ed una decina di piccole cappelle residenti nelle campagne, all'interno di terreni che un tempo ospitavano le ville appartenenti alle famiglie nobili. Fra tutte, il Santuario di Nostra Signora di Valverde è quello più amato dagli algheresi per storia e tradizione. Ci si arriva partendo dall'omonima via Valverde, nella zona sud della città, percorrendo una strada asfaltata che giunge nella zona rurale dopo un percorso di circa sette chilometri.

Considerata una delle chiese campestri più belle dell’isola, il Santuario è da sempre mèta di pellegrinaggi con maggiore incremento nel periodo di maggio, il mese mariano consacrato al culto della Vergine Maria, madre di Gesù. Gli storici fanno risalire la fondazione del luogo di culto al XVI secolo, periodo in cui fu rinvenuta la statua della Madonna di Valverde proprio nei pressi della chiesetta allora denominata del Pilar. La piccola statuetta in terracotta è tutt’ora custodita in una nicchia dell’altare maggiore in marmo di Carrara, risalente alla metà del 1700. Lungo la strada vicinale Dopolavoro, a poca distanza dall’aeroporto Riviera del Corallo, si può visitare la chiesa di Sant’Antonio Abate, costruita nei primi anni ’30 del secolo scorso dai coloni ferraresi, giunti nella piana della Nurra per bonificare il territorio e renderlo vivibile e fertile per l’agricoltura. La chiesetta in origine era stata consacrata a Santa Maria Ausiliatrice, in seguito alcuni giovani appartenenti all’Azione Cattolica del posto decisero di dedicarla al Santo. Nel 1953 fu celebrato l’ultimo matrimonio poi, con la costruzione della chiesa di Santa Maria La Palma, il titolo di parrocchia fu assegnato definitivamente alla borgata. Della chiesa di Santa Maria di Lunafras, situata in località Mamuntanas e trasformata in ovile, non restano che delle rovine. Appartiene ad un antico centro medievale e fu una chiesa monastica benedettina. A Surigheddu troviamo i resti della chiesa di San Michele, San Giorgio di Calvia nella zona di Galboneddu e San Pietro nei pressi del nuraghe e della necropoli di Santu Pedru nei pressi di Olmedo.

A poco più di un chilometro dalla città, nell’agro algherese in località Carrabuffas, sono presenti i ruderi della chiesa di San Lussorio. Si tratta di un edificio del tardo-romanico, risalente al XIII secolo o inizio del XIV. Alcuni scritti identificano il luogo come il villaggio chiamato Rabi, uno dei sette presenti nelle campagne intorno alla città. Lungo le rive della laguna del Calich è presente la chiesa di San Giacomo Apostolo, da tempo sconsacrata e per molto tempo utilizzata dai pescatori della zona come deposito. Seguendo la strada vicinale Sant’Anna Pollina incrociamo la piccola chiesetta di Sant’Anna Madre di Dio Lungo la strada provinciale 105 Alghero-Bosa, a circa otto chilometri dal centro catalano, i viaggiatori possono soffermarsi per una sosta alla chiesa di Nostra Signora della Speranza, un antico luogo di preghiera originario del XIII secolo e realizzato in pietra arenaria del posto. All’interno si trova la statua lignea di Sant’Anna, di probabile datazione seicentesca ed un quadro dell’inizio del 1900 con l’immagine di San Narciso, protettore dei contadini. Ed è proprio questo rapporto con la campagna che rende la chiesetta campestre ancora viva e frequentata dagli algheresi. Oltre alle celebrazioni matrimoniali, che si svolgono soprattutto nella stagione primaverile, l’otto settembre si festeggia la ricorrenza della nascita della Beata Vergine Maria, rito portato avanti da secoli anche nella Basilica di Sant’Anna in Gerusalemme. Finiamo con Nostra Signora di Bonaria, luogo di culto campestre sito all’interno di un podere lungo la strada di Valverde a pochi chilometri da Alghero , cappella privata e quindi non visitabile, come tante altre indicate nell’agro introno alla città.

realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio



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