S.A.
25 settembre 2023
Pnrr: ecco i tagli ai Comuni sardi
Il deputato Pd contro il taglio delle misure PNRR, ai comuni della Sardegna mancano 500 milioni di euro su 16 miliardi totali. Ecco i numeri comune per comune. Promessi i fondi FSC ma Banca d’Italia e Corte dei Conti sollevano molti dubbi
CAGLIARI - Dopo i rapporti di Banca d’Italia, della Corte dei Conti e del Formez, il dato dei tagli al PNNR sulle singole Regioni può essere ricostruito grazie ai dati presenti nel portale opencoesione e a quelli forniti dal sistema ANCI. Per la Sardegna, su quasi 16 miliardi, ai comuni sono tagliati finanziamenti per circa 500 milioni di euro, 499.5050.045,22 euro per l’esattezza. In Sardegna, su quelle misure ricadono tutti i 377 comuni, perché si tratta dei progetti sulla transizione ecologia (misura 2) e sulla inclusione e coesione (misura 5), dagli interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni agli interventi per le infrastrutture sociali delle aree interne.
Solo per fare qualche esempio ad Alghero sono tagliati 4 progetti per complessivi 9.700.000 euro, ad Assemini non sono più coperti progetti per oltre 3 milioni di euro, per Cagliari si parla di 62,5 milioni, quasi 10 milioni per Capoterra, 16,5 milioni per Carbonia, 5,6 milioni per Elmas, 5,5 milioni per Iglesias, 2,4 per Lanusei, 21 milioni per Nuoro e 21 per Oristano, 11 milioni per Olbia, 13,5 milioni per Quartu S.Elena, quasi 22 milioni per Sassari e quasi 23 per Tempio. Molto forti anche i tagli nei piccoli paesi dove i progetti tagliati non scendono mai sotto i 300.000 euro ma dove vengono coinvolti nel taglio i Piani Urbani Integrati si parla di progetti di 3-4 milioni euro.
La somma totale delle misure sono 499,5 milioni euro, di cui in provincia di Sassari 129 milioni, 152 nella città metropolitana di Cagliari, 89 milioni nel Sud Sardegna, 62 milioni a Oristano e quasi 65 milioni per 171 progetti in provincia di Nuoro. Sembra inoltre da notizie trapelate, che la maggior parte di queste opere potrebbe essere stata anche già appaltata e questo creerebbe ulteriori e più gravi problemi alle amministrazioni comunali. «Appare eclatante il fatto che su 16 miliardi totali di taglio in Italia, quasi 500 milioni riguardino la Sardegna, un valore importante per l’economia sarda soprattutto se le risorse non saranno recuperate». Così Silvio Lai, deputato del della commissione bilancio: «Secondo il ministro Fitto queste risorse saranno recuperate con il FSC ma non si sa nulla sulle modalità ne sul fatto che esse siano effettivamente aggiuntive e non sostitutive di programmi già presentati dalle Regione sul Fondo di coesione. Esistono poi problematiche oggettive rappresentate dalle autorità indipendenti dal fatto che l’FSC ha una distribuzione che premia il Sud con l’80% delle risorse e ha modalità di rendicontazione differenti».
«E la cosa più grave è che i Comuni non hanno ricevuto ad oggi alcuna comunicazione sul definanziamento dei progetti né sulla eventuale sostituzione del finanziamento. Tanto è vero è che in diverse regioni molti comuni stanno chiedendo conferma della presenza del finanziamento ai Ministero titolare delle misure e delle sottomisure coinvolte, ovvero chiedendo se sui progetti già comunicati esistano motivi ostativi all’avvio delle gare. E penso che anche i comuni sardi debbano in questa direzione tutelarsi rispetto alle responsabilità ministeriali. Il rischio che si corre nel non far partire i progetti è altrettanto delicato avendo chiarito la Corte dei Conti le responsabilità di possibile danno erariale sui ritardi delle opere del PNRR. D’altro canto non sono state ascoltate le segnalazioni della Banca d’Italia che ha chiarito che “qualora si intendesse rimodulare parte dei fondi sia assegnati (del PNRR) il cambio di destinazione potrebbe innescare un processo amministrativo impegnativo che rischierebbe di rallentare l’implementazione dei progetti interessati» evidenzia Lai.
«Ciò che preoccupa - conclude - è anche l’inazione della Regione Sardegna che in questa vicenda si gioca sia il possibile ritardo delle opere sia la possibilità che il taglio di mezzo miliardo finisca a detratto dai finanziamenti europei già acquisiti. Lo si vedrà presto perché il premier nelle prossime settimane dovrà firmare gli accordi per l’utilizzo dell’FSC con le Regioni e se non conterranno fondi integrativi provenienti dai programmi statali».
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