S.A.
8 settembre 2023
Fusione scali sardi: via libera da Camera di Commercio
Via libera dalla Camera di Commercio di Cagliari e Oristano che ha deliberato stamane di dar seguito al piano di integrazione degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, attraverso la creazione di una Holding con la società Ligantia e con la Fondazione Sardegna
ALGHERO - La Giunta della Camera di Commercio di Cagliari e Oristano ha deliberato stamane di dar seguito al piano di integrazione degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero, attraverso la creazione di una Holding con la società Ligantia e con la Fondazione Sardegna. Il perfezionamento dell’operazione è subordinato ad una serie di verifiche, tra cui, l’approvazione da parte del Ministero dei Trasporti e dell’Antitrust competente, ai parere favorevole della Corte dei Conti, il consenso dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). La Giunta ritiene che il progetto di integrazione degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero «sia utile per una pianificazione strategica e stabilmente integrata di attività e servizi, funzionale al conseguimento di obiettivi di sviluppo e di promozione del territorio regionale».
«Questa operazione - sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Maurizio De Pascale - non comporta alcuna dismissione della partecipazione della Camera in Sogaer, ma la sua sostituzione con una partecipazione nella costituenda Holding, con sostanziali benefici diretti e territoriali. Restano del tutto invariati i soggetti concessionari e pienamente garantiti i livelli di safety e tutti i parametri di servizio richiesti dalla regolazione di settore. La nostra presenza - spiega ancora il presidente -, con un peso significativo pubblico nell’adozione delle decisioni strategiche, sarà garanzia dell’interesse generale e pubblico sotteso alla gestione delle società coinvolte. La Camera e l’altro socio “territoriale”, la Fondazione di Sardegna, avranno la maggioranza assoluta del capitale e saranno in grado, pertanto, di presidiare le prerogative di interesse generale nella gestione della promozione dei rapporti con le comunità di riferimento e della crescita del territorio».
L’obiettivo strategico perseguito dalla Camera con questa operazione è quello di favorire il rafforzamento e la crescita dello scalo di Cagliari e degli altri aeroporti della Sardegna, potenziarne le capacità di attrazione del territorio in un mercato globale fortemente competitivo. Una gestione industriale unitaria dei tre scali consentirà di sviluppare le sinergie e le economie di scopo a beneficio dell’attrattività dell’intero territorio, con riferimento particolare all’offerta turistica; rafforzare la connettività̀ nazionale e internazionale dell’Isola, con una pianificazione integrata di attività̀, servizi e investimenti, favorendo lo sviluppo e la creazione di ricchezza per l’intero territorio sardo in termini di occupazione, turismo, PIL, benessere sociale e sostenibilità̀ ambientale; migliorare redditività ed efficienza nella gestione degli scali.
Nel 2019, i tre aeroporti sardi, con 9 milioni di passeggeri trasportati, hanno consentito di generare complessivamente 1,3 miliardi di euro di PIL a livello regionale (ca 4% del totale). A questo aspetto si deve aggiungere l’impatto che il traffico aeroportuale genera sul turismo e sul lavoro: nel 2019 sono stati circa 24.000 gli occupati, tra attività diretta, indiretta, indotta e catalitica dei tre aeroporti sardi (circa il 4% del totale Sardegna). «Nel 2022 - ricorda il presidente De Pascale - il traffico totale in Sardegna è stato di ca 9,1 mln di passeggeri di cui, 4,4 mln a Cagliari, 3,2 mln su Olbia, 1,5 ad Alghero: sono flussi che segnano un sostanziale ritorno ai livelli pre-Covid e l’avvio di un nuovo percorso di ripresa e sviluppo che, con il sistema integrato a cui aspiriamo, vedrebbe una accelerazione e un consolidamento. L’aggregazione dei tre aeroporti sardi potrà̀ portare a una combinazione di maggiori ricavi e minori costi che si tradurranno, già̀ a breve termine, in un maggiore margine di redditività pari, secondo le proiezioni, ad almeno 2 mln all’anno. E - conclude - rimarchiamo che ogni milione di presenze in più genera 3.000 posti di lavoro».
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