Parco di Porto Conte sulla cronaca nazionale. Il direttore Mariani replica aspramente alle critiche piovutegli addosso dal professore e zoologo Ferdinando Boero sul progetto di mitigazione del rischio frane della falesia di Punta Giglio e ne approfitta per attaccare tutti
ALGHERO - Schermaglie - per usare un eufemismo - col Parco di Porto Conte, l'Area Maria Protetta Capo Caccia-Isola Piana e Punta del Giglio sempre in primo piano. A ribattere a muso duro a
Ferdinando Boero, già professore al Federico II Napoli, ricercatore Cnr e Szad è il direttore di Casa Gioiosa, Mariano Mariani (
nella foto). Pesanti le critiche che lo zoologo ha avanzato sulla gestione del progetto di mitigazione delle falesie e altrettanto diretta e piccante è la lettera che Mariani rivolge al professore dopo la pubblicazione dell'articolo del
Fatto Quotidiano [
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«Ancora una volta Punta Giglio viene portata agli onori della cronaca nazionale, con notizie distorte e fuorvianti. Come già successo per un passato articolo del noto geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi che, dopo aver approfondito e visitato il sito oggetto della sua critica, dovette ritrattare, ora è la volta del titolato prof. Ferdinando Boero, zoologo ed ecologo marino di fama internazionale, che sul Fatto Quotidiano ironizza e critica fortemente l’intervento di messa in sicurezza della falesia di Punta Giglio promosso dall’Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana. Posto che ci si dovrebbe attendere massimo rigore ed oggettività da un uomo di scienza, come il prof. Boero, mi permetto di chiedergli: si è preoccupato di approfondire le carte progettuali e le conseguenti finalità, termini, modalità, autorizzazioni del progetto in argomento? O come un semplice qualunquista si è espresso solo per “sentito dire” cose a lui riferite, dai soliti protagonisti locali molto interessati strumentalmente a conquistare spazi di visibilità (nell’imminenza delle prossime elezioni regionali e comunali in Sardegna) e approfitta, ex cathedra, dei suoi titoli per sparare sentenze di condanna su chi opera con scienza e coscienza, nel pieno rispetto delle leggi del nostro Paese? Se il prof. Boero avesse approfondito, o avesse ancora desiderio di farlo, come fece Mario Tozzi, a cui va riconosciuta piena onestà intellettuale, siamo certi che i suoi ragionamenti sarebbero diversi e molto più sensati».
E continua Mariani: «Piaccia o non piaccia all’esimio prof. Boero, il realismo gestionale che caratterizza l’attività dell’AMP ha portato a ritenere che piuttosto che combattere battaglie perse per fare rispettare divieti, fosse molto più serio e responsabile, con tutti i possibili accorgimenti di massima riduzione degli effetti ambientali, mettere in sicurezza la falesia che sovrasta quel tratto di mare, come si fa per una comune infrastrutturale stradale, consentire la rimozione della interdizione esistente e disciplinare in modo attento e sostenibile le attività umane che in quel tratto di mare possono essere autorizzate. Un intervento impegnativo per il quale ci sono voluti anni di faticoso lavoro per fare tutto a regola d’arte e nel rispetto della nostra complessa normativa, ottenendo tutte le necessarie autorizzazioni da oltre dieci enti pubblici coinvolti a vario titolo in conferenza di servizi. Sono tutti da interdire questi enti pubblici della Sardegna che hanno autorizzato l’AMP a fare l’intervento? Caro prof. Boero il problema della sicurezza pubblica e della tutela ambientale in quel tratto di mare a forte presenza antropica esiste ed è concreto; ed è per questo che si è deciso di fare quelle opere sulla falesia e, nel contempo, di mettere delle boe per le attività umane autorizzabili perché sostenibili».
Infine la stoccata che il direttore del Parco di Porto Conte, Mariano Mariano, rivolge indistintamente a chi negli ultimi anni ha aspramente criticato il suo operato e quello di Tramariglio. «Purtroppo, come in questo caso, non stiamo solo cercando di mitigare un fenomeno naturale, ma combattiamo quotidianamente l’irresponsabilità umana aggravata dalla ottusità di chi gli da voce; purtroppo questa è ubiquitaria e non la si trova solo a Punta Giglio e, inoltre, non conosce titoli di studio».