Carlo Mannoni
4 settembre 2023
L'opinione di Carlo Mannoni
Potenziamento del traffico aereo o illusione di fine estate?
Qualche breve considerazione sul disegno di legge concernente “Norme in materia di aiuti per il potenziamento del traffico aereo della Sardegna” licenziato dalla giunta regionale nel giugno scorso e che, nella settimana corrente, dovrebbe essere approvato dal Consiglio regionale nel corpo della “legge omnibus” da tempo in discussione. Subito un chiarimento: la proposta di legge non riguarda la continuità territoriale da e per la Sardegna, disciplinata da specifiche norme europee e nazionali. A parte gli stanziamenti (25 milioni nel triennio 2023-2025), il disegno di legge appare come la pedissequa ricopiatura delle norme europee sugli incentivi al traffico aereo. Infatti poche disposizioni e tutte rinvianti alle disposizioni europee in vigore addirittura dal 2014. L’operatività è demandata alle modalità attuative che dovranno essere inviate al vaglio dell'Unione Europea. Per dirla con chiarezza, hanno temuto che, scrivendo troppo, la legge potesse essere oggetto di censura
dalla stessa UE.
Vediamo i contenuti, di cui la legge non parla ma che desumiamo dalle norme europee sugli Orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree del 2014/C 99/03. Gli aiuti dovrebbero riguardare solo i vettori che aprono nuove rotte con Alghero, e ciò è un bene per un
aeroporto “minore” come quello di Fertilia e il territorio servito. Sono esclusi Cagliari e Olbia. Quando lo scopriranno ne sentiremo delle belle. Gli incentivi si possono concedere esclusivamente
ai vettori che si collegano con aeroporti che abbiano un traffico passeggeri annuale sotto i 3 milioni di passeggeri. Solo Alghero possiede tale caratteristica. È vero che per le regioni remote si può
superare tale soglia e a condizioni più restrittive, ma sarà molto difficile far considerare la Sardegna regione remota; non creiamo illusioni.
Nelle regioni “non remote” il superamento del limite dei 3 milioni di passeggeri è considerato dalla U.E. un “caso eccezionale” che deve essere
“debitamente motivato”. L'aiuto può coprire fino al 50% dei diritti aeroportuali e può essere concesso per non più di tre anni per nuove rotte. Vuol dire che se un vettore già collega Alghero con alcune destinazioni in alcuni periodi dell'anno senza incentivo, per quei periodi non potrà usufruire di alcun aiuto. Potrà richiederlo per i periodi invernali, ma dovrà presentare un piano industriale che dimostri che al termine del periodo incentivato potrà gestire lo stesso collegamento senza aiuti per un arco di tempo pari a quello degli aiuti stessi. Il medesimo ragionamento vale per il collegamento con altre località mai toccate: per tre anni di incentivazione ci dovranno essere altri tre anni di collegamento senza incentivi. Per niente facile, anzi difficile, se non impossibile, che qualche vettore intraprenda nuove
rotte a tali severissime condizioni.
A meno che il nostro territorio diventi attrattivo anche in “bassa
stagione”, ma ciò dipende esclusivamente da noi. Il problema si porrà sugli effetti distorsivi della concorrenza qualora qualche vettore che collega le stesse località con Cagliari e Olbia si vedesse penalizzato dagli aiuti dati ai vettori concorrenti che collegano le stesse località con Alghero. Una considerazione finale: sarà importante il turismo (ma
non siamo già strapieni da giugno a ottobre?), ma ciò che conta è la continuità territoriale, il nostro fondamentale e disconosciuto diritto alla mobilità di cui questa legge non si interessa minimamente. La legge produrrà, quindi, scarsi benefici ed è giusto dirlo perché si sappia e non ci si lasci andare a facili illusioni.
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