S.A.
1 settembre 2023
Ok cubature hotel sul mare, Ghirra: scempiacoste
È passata per due soli voti a scrutinio segreto la norma con cui il Consiglio regionale della Sardegna ha deciso di consentire ampliamenti volumetrici delle strutture ricettive anche nella fascia costiera dei 300 metri. Approvate anche le disposizioni del "Piano Casa". La deputata di Alleanza Verdi e Sinistra si appella ai ministri di Cultura e Ambiente
CAGLIARI - Passa per due voti l'emendamento sulla riqualificazione degli hotel a 5 stelle in Sardegna nella fascia costiera dei 300 metri. Con l’approvazione da parte del Consiglio regionale del capitolo del Collegato alla manovra relativo all’urbanistica riprende il percorso di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e si dà impulso alla pianificazione delle zone costiere. «In un farwest dove, guardando agli ambienti costieri, solo 27 Comuni su quasi 110 hanno adeguato il Puc al Ppr ci siamo posti come obiettivo quello di riqualificare e pianificare per indirizzare meglio le volumetrie con una idea di Sardegna precisa, tarata su uno sviluppo duraturo e sostenibile», ha detto l’Assessore degli Enti locali, Aldo Salaris in Aula.
I Comuni, nell’adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano Paesaggistico Regionale, seguendo l'obiettivo di favorire la riqualificazione degli insediamenti costieri e il rafforzamento e la diversificazione dell’offerta turistica, possono recuperare il 25% della capacità volumetrica a suo tempo “congelata” dalla salvacoste (sempre e solo mediante adeguamento del Puc al Ppr). Queste volumetrie devono essere destinate esclusivamente alla realizzazione di nuovi alberghi a 5 stelle o superiori purché localizzati oltre la fascia dei 300 metri dal mare, ridotta a 150 metri per le isole minori. In sostanza, tutti i Comuni che hanno raggiunto il 50% di volumetrie (come stabilito dalla salvacoste), possono programmare il 25% del restante 50 per cento fino a oggi inutilizzabile. Se un Comune ha già impegnato il 90%, potrà disporre del 25% del solo 10% di volumetrie residue.
Guardando invece all’esistente, l’incremento del 25% può essere utilizzato per elevare lo standard qualitativo delle strutture ricettive già operative a prescindere dalla loro classificazione, fino a un massimo del 15% del volume realizzato dalla singola struttura in base al titolo abilitativo originario, senza aumento dei posti letto. In questo secondo caso l’intervento è ammissibile a condizione che sia finalizzato alla riqualificazione generale del complesso edilizio esistente e delle relative aree di pertinenza, senza incremento delle superfici impermeabili.
Previsto anche il riuso a fini abitativi e il recupero di sottotetti, piani pilotis, seminterrati e locali a piano terra a patto che siano situati in zone non a rischio. Il tutto, commenta l’Assessore Salaris, permette di limitare il consumo di suolo. È consentita la realizzazione di soppalchi e l’ampliamento volumetrico fino a 120 mc per adeguare gli spazi destinati a persone diversamente abili con gravi patologie (non è previsto il cambio di destinazione d’uso). Per allungare la stagione turistica è consentita la chiusura di verande per 240 giorni l’anno per le strutture ricettive.
Centro sinistra insorge. «Un capolavoro di fine mandato che prelude allo stravolgimento del Piano Paesaggistico Regionale - impresa già tentata in passato, che la Corte Costituzionale aveva definito “palese strumento di eversione del quadro delle competenze in materia di tutela paesaggistica” - consentendo nuove volumetrie in aree tutelate col pretesto di migliorare la qualità architettonica degli edifici attraverso demolizioni e ricostruzioni, la riduzione dei vincoli nelle aree intorno agli stagni, delle zone di tutela dei beni archeologici e storici, con una attenuazione delle limitazioni previste nella fascia costiera e nelle zone agricole» commenta Francesca Ghirra deputata per Alleanza Verdi e Sinistra.
«L'assessore Salaris dice che queste misure daranno finalmente risposte a un turismo internazionale da cui siamo tagliati fuori per mancanza di adeguate strutture ricettive. Io credo, invece, che sia solo l'ennesimo tentativo di consentire vantaggi a pochi potenti a scapito del nostro patrimonio più prezioso: il nostro territorio, caratterizzato da un ambiente e un paesaggio unici» prosegue la Ghirra che annuncia un'azione mirata in Parlamento: «Ho presentato un'interrogazione ai Ministri della della Cultura e dell'Ambiente per capire se intendano impugnare queste disposizioni scellerate e come si vogliano pronunciare sulle modifiche al PPR promosse dalla Regione Sardegna, in totale antitesi rispetto a tutte le pronunce che ci sono state sino a ora per garantire la tutela del nostro straordinario patrimonio ambientale e paesaggistico. Confido davvero che anche questo governo decida di tutelare la Sardegna e il suo meraviglioso territorio».
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