Marco Vuchic
30 agosto 2023
Vukic punge: Nobento fa rima con tormento
Satira, ma non troppo. Come il monolite di 2001 Odissea nello spazio, la cittadella del serramento ha promesso il salto evolutivo ai primati algheresi. Da stagionali a cassa integrati
Nel capolavoro di Stanley Kubrick, “2001, Odissea nella Spazio” è presente una delle immagini più iconiche della cinematografia mondiale. Si tratta del nerissimo monolite che appare improvvisamente nella savana dell'Africa centrale, nel bel mezzo dell'insediamento di un gruppo di pulciosi primati. Gli scimmioni, dapprima, lo osservano sospettosi, quindi si lasciano andare e ne rimangono affascinati, lo sfiorano, lo toccano come fosse l'ineluttabile percorso del proprio fato. E sarà proprio il monolite giunto da altri mondi a decretarne la preziosa evoluzione, donando loro l'intelligenza ed un destino che li porterà a divenire umani. Qualche milione di anni dopo, nell'assolata distesa della Nurra, appare un altro monolite che si protrae nero e seducente dinnanzi agli abitanti dei borghi circostanti. Sull'inquietante superficie scura si staglia l'inconfondibile scritta bianca in stampatello minuscolo: NOBENTO.
Come gli antichi australopitechi del film di Kubrick, anche gli algheresi si sono raccolti intorno al monolite industriale, curiosi all'inverosimile di fronte a qualcosa di straordinario nella realtà agropastoralturistica in cui trascinano le proprie esistenze. Una fabbrica. E per di più una fabbrica che in uno schioccar di dita assume centinaia di persone, prevede crescite esponenziali, progetti sul territorio, sponsorizzazioni sportive, percorsi utopistici che promettono quel salto di qualità all'algherese tipo che, liberatosi della zavorra di stagionale trimestrale, si evolve in operaio. Alcuni, nel loro stadio evolutivo, si spingono oltre, mutano in un essere mitologico: operaio a tempo indeterminato!
Ma come sempre, sul più bello suona la sveglia. Il sogno si disperde in materia effimera ed irrompe rude e violenta la realtà. Il sindacato sbraita, il padrone rassicura, la certezza latita ed il fondoschiena brucia. Sì, perchè due anni di cassa integrazione, come richiesti dall'azienda, mettono fine alla favola e all'incontrastata ascesa di un'azienda in cui tanti, forse troppi, avevano scommesso. L'evoluzione dell'Homo Nobentis in fondo c'è stata. Da stagionale a cassaintegrato. Alla fine, e spero tanto di sbagliarmi, il monolite, l'assurda promessa di emancipazione, non ha svolto il compito assegnato dalle divinità spaziali. Il monolite è crollato, seppellendo famiglie, speranze e aspirazioni.
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