S.A.
28 agosto 2023
A Bancali terrorista islamica picchia due agenti
Denuncia di Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria dopo l´ennesimo caso di violenza nelle carceri
SASARI - Serata di follia, ieri, nel carcere di Bancali a Sassari. «Ieri sera, verso le 21 - ricostruisce Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria - un detenuto classificato ad “Alta Sicurezza” perché terrorista islamico ha proditoriamente aggredito due poliziotti, che sono poi dovuti ricorrere alle cure dei sanitari per le ferite subìte. Al detenuto era stato permesso di uscire dalla cella per fare l'insulina: dopo aver usufruito della terapia, però, l’uomo ha cercato di uscire dal Reparto con prepotenza, perché a suo dire doveva andare presso l’ufficio della Sorveglianza per parlare con il preposto di Polizia Penitenziaria. Giustamente, gli agenti lo hanno fermato ma l’uomo, con una inaudita ferocia, ha colpito con molti pugni al viso uno dei due poliziotti mentre all’altro ha procurato delle lesioni al braccio. I colleghi riuscivano a bloccare il detenuto, ma uno dei due agenti ha il volto tumefatto. Il SAPPE, oltre alla più sincera vicinanza e solidarietà, augura una pronta guarigione ai due colleghi».
Cannas evidenzia che «il SAPPE ritiene utile ancora una volta lanciare l’allarme circa le criticità che investono la Casa circondariale di Bancali, che continua a non avere un direttore ed un Comandante di reparto titolari pur essendo un carcere complicato e con molte tipologie di detenuti. Ormai, di questo “tracollo” se ne sono ben resi conto anche i detenuti più facinorosi che non ritengono di aver nulla da perdere e per i quali la vita di un poliziotto vale davvero poco. È ora di intervenire drasticamente e non solo a “chiacchiere”, come fa abitualmente l’Amministrazione Penitenziaria, assegnando a Bancali un direttore ed un Comandante di Reparto della Polizia Penitenziaria, sanzionando pesantemente e senza il minimo indugio i detenuti che si rendono protagonisti di questi atti di violenza».
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