Michele Cossa
28 agosto 2023
L'opinione di Michele Cossa
La continuità territoriale il nostro Ponte
La conclamata disparità di trattamento sulle rotte in continuità territoriale tra la Sardegna e la Corsica ha un'origine chiara: la sostanziale assenza di supporto da parte dello Stato nel rapporto con la Commissione europea. La Regione può interloquire con essa ma non ha davvero voce in capitolo, al contrario dello Stato membro. Di qui nasce la sufficienza e l'atteggiamento insopportabile che la burocrazia europea ha nei confronti della Sardegna rispetto a un tema strategico come quello della accessibilità e dello sviluppo economico che ad essa si riconnette. In questi anni abbiamo assistito all'affermarsi di interpretazioni sempre più restrittive che - motivate con la tutela della concorrenza - di fatto colpiscono pesantemente la possibilitò della Sardegna di essere competitiva sul mercato internazionale, non solo del turismo ma anche dell'import/export. E lo Stato italiano sembra non percepire la gravità della situazione. Anzi, si comporta come se il problema della continuità territoriale della Sardegna sia un problema dei sardi, e non della comunità nazionale, come affermato nel nuovo articolo 119 della Costituzione. Lo Stato francese ha dimostrato ben altra attenzione, sia in termini di risorse impegnate (248,5 euro a residente della Corsica contro i 25,4 euro della Sardegna) sia nel far valere le sue ragioni nei confronti della Commissione europea. Altrettanto ha fatto lo Stato spagnolo rispetto alla continuità territoriale delle isole Baleari (180,6 euro per ogni residente e un sistema ormai rodato da anni e che funziona perfettamente). Lo Stato italiano, al contrario, si è affidato al tentativo di controllare un algoritmo, strumento la cui efficacia per il momento non si è ancora vista. La continuità territoriale aerea è il nostro ponte sullo Stretto: lo Stato non può far finta di niente.
*Michele Cossa
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