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Cor 24 agosto 2023
Il Nord Sardegna propone la “Strada del Vermentino”
Sempre più visitatori cercano la vacanza alternativa che li immerga nella cultura e tradizione dei luoghi visitati. Nascono così le strade del vino, percorsi enologici che uniscono la degustazione alla scoperta del territorio
Il Nord Sardegna propone la “Strada del Vermentino”

Esiste un tipo di turismo particolare che negli ultimi anni ha conquistato sempre più persone: si tratta dell’enoturismo, una fetta dell’industria delle vacanze che sta raggiungendo numeri sempre più importanti. Iniziato come segmento di nicchia, ha raccolto nel tempo un gran numero di estimatori, non solo esperti del settore vitivinicolo, ma appassionati della degustazione e della storia dei vini, nonché semplici curiosi che desiderano conoscere le peculiarità del territorio visitato. Ed è forse proprio per quest’ultimo tipo di pubblico che l’enoturismo si è evoluto, creando tutta una serie di attività collaterali alla degustazione ed alla visita delle cantine che forniscono un’esperienza unica. D'altronde, la conoscenza del cibo e delle bevande tipiche di una terra sono il miglior modo per entrare in contatto con tradizioni secolari. In Italia il vino ha un valore culturale inestimabile ed è il dato principale che emerge dalla lettura del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano del 2021. Il 63% degli intervistati ritiene la visita alle cantine un’opportunità culturale di primaria importanza, mentre il 59% reputa che sia il modo migliore per avvicinarsi all’identità del luogo.

Questo approccio al territorio viene considerato un modo “green” di viaggiare nel territorio, magari partecipando ad esperienze sostenibili, come la visita ai vigneti, beneficiando di corsi e workshop messi a disposizione dalle stesse aziende. Insomma “l’enoturista” è disponibile e aperto alla fruizione di attività alternative alla sola e semplice degustazione, al punto che il 60% dei partecipanti al Rapporto Enogastronomico 2021 si dimostra propenso ad un’esperienza di “vendemmia turistica”. La Sardegna vanta una tradizione secolare nella produzione di vini, con una superficie coltivata di oltre 26000 ettari ed una varietà di prodotti che non sfigura nei confronti di altre regioni del Paese. Nella nostra isola sono, inoltre, presenti ben 150 vitigni autoctoni, cioè varietà di vite coltivata nello stesso luogo d’origine da tempo immemore e non trapiantata da altre aree geografiche, e 21 di questi vitigni fanno parte del Registro Nazionale delle Varietà di Vite. Nella parte nord occidentale della Sardegna, principalmente nella regione storica della Nurra, i vini prodotti hanno la loro indicazione geografica tipica (IGT) e vengono coltivati nei comuni di Alghero, Ittiri, Olmedo,Ossi, Porto Torres, Sassari, Stintino, Tissi, Uri e Usini. Proprio nella cittadina catalana, dal 2007 è nato il Consorzio di Tutela dei Vini di Alghero, per il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Alghero”.

Le cantine presenti nel territorio algherese offrono generalmente tutta una serie di servizi che aderisco in pieno a quell’idea di enoturismo di cui abbiamo discusso nell’articolo: degustazioni, visite guidate, punti vendita, in alcune la possibilità di pernottamento nell’azienda, di wine experience e wine academy. Inoltre mettono a disposizione i propri spazi per eventi privati che, però, sono a sostegno della comunità locale. In questo contesto di accoglienza e degustazione, a farla da padrone è il prodotto più importante del territorio: sua maestà il Vermentino di Gallura, unico vino a cui viene attribuita la Denominazione di Origine Controllata Garantita (DOCG). Per meritare l’importante riconoscimento, questo vino deve essere prodotto al 95% da uve Vermentino e solo per il 5% possono essere aggiunte altre uve a bacca bianca non aromatiche coltivate nell’isola. Per far capire quanto sia diventato popolare in tutto il mondo ricordiamo il recente inserimento del Vermentino di Sardegna DOC “Aragosta” nella speciale classifica del Wall Street Journal, L’autrice dell’articolo, la giornalista enogastronomica Lettie Teague, ha incluso il formidabile vino algherese della Cantina Santa Maria La Palma, in una speciale classifica dei 12 vini più interessanti prodotti su un’isola e suggeriti per l’estate. L’articolo dal titolo “Grape Escapes: 12 Terrific Island Wines” - dove Terrific può essere tradotto come straordinario, eccezionale - elenca e descrive 12 etichette di vino provenienti da altrettante isole del mondo: dalle isole Canarie alla Tasmania, da Santorini a Sicilia e Madeira, sino ad arrivare alla Sardegna, ormai riconosciuta come una terra capace di ospitare la produzione di ottimi vini. Sempre della stessa cantina troviamo un prodotto che, negli ultimi anni, ha riscosso un forte impatto mediatico: l’Akènta Sub. Si tratta di un vino spumante affinato sott’acqua. L’idea innovativa è stata quella di immergere, ad una profondità di 40 metri nel mare della Riviera del Corallo, una quantità limitata di bottiglie di spumante prodotto da uve di Vermentino di Sardegna DOC, per lasciarle invecchiare sott’acqua. La promozione turistica passa anche da progetti come questi, week end di degustazione organizzata, come quello predisposto lo scorso anno dal Consorzio Tutela Vini di Alghero Doc con la collaborazione del Consorzio Turistico Riviera del Corallo, che idearono il Wine Bus Tour: un autobus che accompagnava i turisti attraverso un percorso nelle cantine aderenti all’iniziativa.

realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio



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