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Cor 3 agosto 2023
Pnrr, Lai (Pd): definanziamenti per milioni
Lai (PD) Revisione PNRR, grave il danno allo sviluppo locale, definanziamenti in Sardegna per milioni di euro. Stop alle infrastrutture sociali delle aree interne e agli interventi di mobilità pubblica elettrica. A rischio investimenti su ZES Sardegna
Pnrr, Lai (<i>Pd</i>): definanziamenti per milioni

SASSARI - «Dalla revisione del PNRR emerge un quadro ancora più negativo per la Sardegna. Oltre al blocco degli interventi sui Comuni sono gravissimi i danni allo sviluppo locale. Molti dubbi anche sugli interventi che riguardano la ZES in Sardegna». Così sintetizza il componente della commissione bilancio della Camera Silvio Lai sulla revisione del PNRR resa nota nelle scorse giornate dal Governo di Giorgia Meloni. «Il primo definanziamento in ordine di apparizione nel dossier del servizio bilancio della Camera dei Deputati riguarda il rafforzamento della mobilità ciclistica (M2C2-I 4.1) con il quale vien finanziato un piano di 570km di piste ciclabili urbane e 1250 km di piste ciclabili turistiche e, tra queste, il programma ciclovia della Sardegna. E si legge che tenuto conto delle difficoltà autorizzative e di completamento della fase di progettazione si propone il definanziamento a valere sul PNRR del subinvestimento relativo alle ciclovie turistiche pari a 400 milioni di euro e il posticipo di un anno della componente relativa alle piste ciclabili urbane».

«Poi c’è il definanziamento di 150 milioni di euro della misura dei bus elettrici di cui è beneficiaria anche la Sardegna. Viene poi messa sotto esame la misura relativa al teleriscaldamento a cui la Sardegna partecipa con un piccolo e unico progetto del Comune di Viddalba». La Sardegna ricade anche nel definanziamento della misura sul potenziamento dei servizi e delle infrastrutture di comunità con la formula che per tale intervento si intende premere per portare a compimento tutti i progetti ammessi a finanziamento ricorrendo a risorse nazionali al fine di liberare e destinare le corrispondenti risorse PNRR a una nuova misura (ZES unica del mezzogiorno). Si tratta di oltre 350 milioni di euro di FNC oltre a 500 milioni di PNRR che erano destinati ai comuni al di sotto dei 3.000 abitanti delle aree interne per infrastrutture sociali e nuovi servizi finalizzati al contrasto allo spopolamento. Ad oggi non sono stati chiarite e identificate le nuove fonti di finanziamento.

Nel campo delle ZES vengono rivisti gli obiettivi e l’elenco degli interventi viene azzerato, e, nel caso di Sardegna e Calabria, si parla addirittura di progetti per i quali non risultano avanzamenti rispetto al primo semestre 2022 con gli investimenti infrastrutturali della ZES Sardegna ancora in fase di approvazione (diversamente dalla realtà). Tutte le risorse vengono così spostate nella nuova misura che dovrebbe vedere la luce nel 2024 di una ZES unica nel mezzogiorno con una struttura unica nazionale di governance, con la previsione di un sostegno alle nuove imprese cui andrebbe il finanziamento del credito di imposta nel 2025-2026. «Con questa impostazione il rischio di un ulteriore rallentamento dell’economia del mezzogiorno, e in Sardegna in particolare, nel 2023-24 diventa altissimo e può costituire un elemento recessivo estremamente dannoso. In più, a differenza delle ZES collegate alle aree portuali, un sistema come questo può favorire le grandi aziende piuttosto che un tessuto imprenditoriale più diffuso e stabile».

Prosegue il dem Silvio Lai. «In sintesi dalla revisione del PNRR la Sardegna viene fortemente colpita sia per la programmazione dei comuni delle aree interne, nella possibilità di infrastrutturazione sociale e turistica che nel potenziale sviluppo del progetto ZES nei porti che per un’isola rappresentano un asset strategico. Le Regioni oggi hanno protestato contro il Governo per il mancato coinvolgimento nelle scelte. Farebbe bene la Regione Sardegna a rendere trasparente la propria posizione e se ci sono altri tagli o rischi ulteriori rispetto ai progetti in corso per i comuni e per la sanità in particolare, in trasparenza e per mettere in comune le possibilità di intervento di maggioranza e opposizione».



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