M.V.
3 agosto 2023
Alghero, la città delle Torri
L’impronta del domino catalano è ancora evidente nelle forme architettoniche che danno l’idea delle origini di città fortificata da terra e da mare
«Bonita, por mi fe, y bien asentada.» Queste erano le parole che nel 1541, l’allora Re di Spagna, Carlo V avrebbe proferito riferendosi alla città di Alghero. «Bella, in fede mia, e ben solida», una frase che rispecchia tutta la simpatia e ammirazione che il sovrano ebbe nei confronti dell’insediamento urbano, durante la breve visita di due giorni, il 7 e l’8 ottobre del 1541, mentre ne osservava la struttura dall’alto di una vicina altura. Con questi pochi termini l’imperatore aveva evidenziato le doti architettoniche ed il progetto di fortificazione che ne decretarono il successo. In verità la scelta della posizione geografica deriva dai primi fondatori del borgo originario, i Doria, l’antica famiglia patrizia di Genova che ne controllarono il territorio per circa un secolo e mezzo. La cultura militare genovese è stata sicuramente determinante per l’individuazione del sito e per la successiva trasformazione in roccaforte, ma è sotto il dominio catalano che la città acquista importanza strategica, diventando il punto di riferimento politico, militare ed in minor misura anche economico tra la Spagna e la nostra isola.
A distanza di oltre seicento anni cosa resta ad Alghero degli edifici e delle fortificazioni spagnole? I visitatori che giungono in città restano affascinati dalle torri, in tutto sei, che testimoniano il passato di città protetta da terra e da mare, inserita all’interno di possenti mura che ne delimitavano il perimetro. Le torri, ormai inserite nel bel mezzo del contesto urbano, non sono più collegate fra loro dall’antica muraglia e appaiono come dei monumenti a se stanti. A parte la Torre di San Giacomo, con pianta ottagonale, le altre sono accomunate dalla stessa forma cilindrica, con muratura in pietra “a sacco”, cioè con la parte esterna ed una interna edificate in arenaria, mentre lo spazio tra le due superfici veniva riempito con pietre di dimensioni minori mischiate a malta di calce. Questa tecnica permetteva di rendere la costruzione molto solida con spessori che variano da 5 a 6 metri. All’esterno non mancavano feritoie e varie aperture per accedere agli ambienti da diverse direzioni.
La Torre dell’Esperò Reyal è forse la più iconica, proprio perché sorge isolata e solitaria davanti al mare. Non c’è turista che le passi accanto senza sentire il desiderio di voler scattare una foto da immortalare nella personale galleria dei più bei luoghi visitati nella nostra isola. La costruzione risale alla prima metà del XVI secolo ed è disposta su tre piani forniti di volte molto alte ai quali si accede per mezzo di una scala interna elicoidale ottenuta all’interno delle murature che compongono lo spessore della torre. Meglio nota come Torre di Sulis, appellativo che le venne attribuito dopo che Vincenzo Sulis, capopopolo cagliaritano in rotta con i Savoia, venne rinchiuso al suo interno nel lontano 5 maggio del 1800. Vi resterà imprigionato per vent’anni quando, il 24 luglio del 1820, gli verrà concessa la grazia dal re Vittorio Emanuele I e verrà acclamato dagli abitanti di Alghero. Attualmente la costruzione viene utilizzata come sala esposizioni per diversi tipi di manifestazioni culturali.
A poca distanza troviamo la Torre de Sant Jaume (San Giacomo) che gli algheresi chiamano anche Torre dei Cani perché in passato fu utilizzata per alcuni anni come canile municipale. Anch’essa fa parte dell’antica cinta muraria a difesa della città e, come la Torre dell’Esperò Reyal, appoggia le fondamenta direttamente in mare. Ha pianta ottagonale, ma l’interno circolare dimostra la successiva trasformazione della struttura probabilmente per una migliore caratteristica difensiva. Il piano seminterrato fungeva da deposito di armi. Attualmente ospita il primo acquario di corallo rosso vivo in Italia. L’Aquarium Rubrum è stato progettato e realizzato dall’artigiano Davide Simula in collaborazione con l’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana e il Parco di Porto Conte. I turisti possono ammirare la formidabile colonia di corallo rosso del Mediterraneo, che solitamente vive intorno ai 100 metri di profondità, ma anche delle rarissime specie di molluschi come la Ocinebrina Paddeui e delle colonie di corallo nero, specie protetta e presente nel Mediterraneo sino ad oltre duecento metri di profondità.
La più “social” è forse la Torre di San Giovanni, edificata in pietra arenaria intorno al XVI secolo. La costruzione, che ha 10 metri di diametro e ben 60 metri di circonferenza, ospita al piano terra il sistema di gioco virtuale in 3D realizzato per valorizzare, promuovere e divulgare il patrimonio culturale della città di Alghero attraverso la gamification applicata al turismo e alla cultura. I visitatori possono usare questa esperienza virtuale per spostarsi attraverso ambienti che ripropongono in modo ludico alcune parti del territorio di Alghero, facendone conoscere la storia ed i vari aspetti della natura. La Torre di Porta Terra, originariamente chiamata Porta Reial, fa parte di quel che resta delle antiche mura difensive situate sul lato terra e smantellate dopo il 1867. Come si evince dal nome era l’ingresso principale alla città per i viaggiatori che giungevano dalle campagne e dalla strada proveniente da Sassari.Anticamente ottenne anche l’appellativo di Torre degli Ebrei, in quanto costruita con il contributo della comunità ebraica intorno al XIV secolo. Attualmente al piano terra è presente un infopoint che propone al turista delle presentazioni multimediali predisposte per pubblicizzare il patrimonio culturale di Alghero.
realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio
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