S.A.
31 luglio 2023
Faita, turismo in balia del caro trasporti
Faita Federcamping Sardegna denuncia che fino a una settimana fa un biglietto andata e ritorno per una famiglia media costava ben oltre 1.100 euro, ossia quanto una settimana tutto compreso in campeggio, con pernotto in una casetta mobile
CAGLIARI - In Sardegna la stagione turistica la determinano i trasporti ed in particolare le compagnie navali applicando prezzi assurdi che spesso superano anche quelli della permanenza di una settimana in un campeggio. I prezzi navali di trasporto da e per la Sardegna continuano a rappresentare un grosso limite per il turismo nell’isola, non solo per i costi elevati, ma perché sottoposti a inspiegabili fluttuazioni che determinano la stagione turistica sarda e marchiano negativamente l’Isola. Lo afferma Faita Federcamping Sardegna denunciando che fino a una settimana fa un biglietto andata e ritorno per una famiglia media costava ben oltre 1.100 euro, ossia quanto una settimana tutto compreso in campeggio, con pernotto in una casetta mobile.
«Prezzi che più volte abbiamo provato ad analizzare, per cercare di capire quale meccanismo possa averli generati, ma continua a rimanere per noi, operatori turistici, un mistero» commenta il rappresentante di Faita Federcamping Nicola Napolitano. «Un mistero che improvvisamente, in piena stagione, ha visto i prezzi dei trasporti scendere a circa la metà. Chissà, forse per salvare una stagione trasportistica che stava andando male? Ma fatta quando le scelte sono state già fatte dai turisti e e soprattutto dopo che i prezzi altissimi hanno marchiato la Sardegna come inaccessibile per tantissime famiglie italiane ed estere con un danno economico per l’Isola enorme e difficile da quantificabile. Aggiungo inoltre che queste tariffe distorcono il mercato non solo per quanto riguarda gli arrivi inferiori, ma deviano la domanda su altri mercati (Spagna, Croazia, Egitto) e non è più recuperabile. Per questo ogni anno perdiamo quote di mercato e di competitività».
Per la tratta Olbia Civitavecchia, ossia 237 km di traversata, una famiglia media di 4 persone, due adulti e due bambini, che usufruiscono della cabina sia all’andata che al ritorno, spenderebbe oggi non meno di 500 euro. Prezzi in calo rispetto a neanche una settimana fa di oltre il 50 per cento, ma che incidono con una percentuale ancora troppo alta sul budget dei vacanzieri costretti a ripiegare su altre mete. Faita Sardegna, l’associazione che rappresenta oltre il 50 percento dei camping della Sardegna, rimarca il fatto che il prezzo della traversata non può costare quanto una settimana in campeggio. «Quali sono i fattori che determinano il costo dei biglietti? – si chiede Nicola Napolitano, presidente di Faita Sardegna -, perché hanno incrementi così alti, o decrementi come quello che abbiamo visto da meno di una settimana a questa parte? I prezzi delle traversate non possono essere un mero fattore aziendale per la fornitura di un bene o servizio, ma dal momento che ci sono anche soldi pubblici, è giusto che ci sia la massima trasparenza, perché veramente non si capisce cosa determini le tariffe ed il crollo dei prezzi di questi giorni che non fa che aumentare le perplessità ed allontanare anche quei turisti che hanno voluto investire nella Sardegna ma che oggi si sentono presi in giro due volte. Per questo sono qui a chiedere pubblicamente, a nome degli operatori turistici che rappresento, un confronto con chi gestisce il servizio di trasporto. Spiegateci questo fenomeno. Perché state decidendo delle sorti delle stagioni turistiche in Sardegna».
Sulla distanza tra Olbia e Civitavecchia infatti se percorsa in auto o in treno è facile fare i calcoli: mentre per fare 237 chilometri in andata e 237 al ritorno, con un’auto di media cilindrata, secondo le tariffe Aci costerebbe a una famiglia 208 euro in tutto (tariffe Aci a 0,44 euro/km), la stessa distanza, coprendola con il treno Frecciarossa, costerebbe 250 euro andata e ritorno. «Significa che paghiamo altissimo lo scotto di essere un’isola. Lo paghiamo come aziende operanti in Sardegna, che investono al pari delle altre del continente, ma devono soccombere davanti a tariffe che vengono applicate senza non si sa quale criterio. Se la Regione Sardegna imponesse dei criteri per le tariffe, una regolamentazione per garantire non solo la mobilità dei sardi, ma soprattutto il diritto al lavoro di centinaia di aziende che investono sul turismo, questo sarebbe davvero una rivoluzione». Le prenotazioni per il mese di agosto e settembre vanno su numeri che possono confermare la stagione del 2019, ma non potranno eguagliare i numeri del 2022.
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