S.A.
28 luglio 2023
Presenze, fusione e lavoratori «Scalo in mano a Cciaa Cagliari»
L'ex sindaco di Alghero chiede una presa di posizione per l'aeroporto cittadino dopo le dichiarazioni del presidente della Camera di Commercio di Cagliari che assumerà, insieme alla Fondazione di Sardegna, la maggioranza assoluta delle società di gestione degli aeroporti di Alghero e Olbia
ALGHERO - «La vicenda relativa alla fusione degli aeroporti sardi ha assunto una connotazione quasi da telenovela che regala colpi di scena degni delle più intricate soap opera sudamericane. Prima di entrare nel merito della vicenda ricordiamo le motivazioni poco plausibili, per non dire altro, raccontate per giustificare un evidente declassamento dell’aeroporto di Alghero già avviato nel 2021 a beneficio di quello di Olbia e i cui risultati si vedono oggi in piena stagione estivai: 23 voli ad Alghero contro gli 80 a Olbia, che arrivano a superare i 100 tra sabato e lunedi; perdita del traffico del Nord Europa a scapito di quello di paesi dell’est; Ryanair che tarda ad annunciare la propria attività invernale su Alghero, cassa integrazione per i dipendenti della Sogeaal come se piovesse, questi i principali effetti negativi generati dalla gestione privata dell’aeroporto di Alghero».
Così Stefano Lubrano, imprenditore turistico algherese ed ex sindaco commenta i numeri del Riviera del corallo nella stagione estiva e apre una riflessione sul progetto di fusione degli scali sardi. Secondo Lubrano, «la “grande fusione” dei tre aeroporti della Sardegna è stata infatti raccontata come necessaria, soprattutto per Alghero, per avere maggiori economie di scala e miglior capacità commerciale, per ottimizzare le attività dei tre aeroporti e dare attenzione ai loro territori di riferimento. E tutto questo poteva essere sostenuto solo da una grande società privata esperta del settore. Fino a pochi giorni fa quindi abbiamo assistito a uno scontro senza precedenti tra la F2i-Ligantia, il fondo proprietario delle società di Gestione degli aeroporti di Alghero e Olbia, e l’Assessore Regionale Antonio Moro che, lodevolmente, ha cercato di opporsi alla costituzione di un monopolio privato del traffico aereo sardo. I sostenitori del gestore privato hanno sempre esaltato le motivazioni di “sistema” come miglior
modo possibile per aumentare il traffico aereo sardo. Dall’altra parte l’assessore Moro ha cercato, giustamente, in tutti i modi di preservare l’Aeroporto di Alghero dall’evidente declassamento che deriverebbe dalla fusione a beneficio di Olbia e Cagliari».
Ma il peggio deve ancora arrivare secondo l'ex inquilino di Porta Terra che fa luce su alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal presidente della Camera di Commercio di Cagliari. «Eravamo tutti concentrati su questo scontro, su queste motivazioni. Ma il 25 luglio scorso, attraverso una nota stampa dell’AGI scopriamo che gli interessi non sono di “sistema” e di “mercato” ma sono meri interessi di potere. Nella nota stampa sopra citata infatti si legge che la Camera di Commercio di Cagliari acquisirà a breve la maggioranza della holding detenuta oggi al 100% da F2i – Ligantia che oggi controlla gli aeroporti di Alghero e Olbia e, secondo una dichiarazione video del suo Presidente la Camera di Commercio di Cagliari assumerà, insieme alla Fondazione di Sardegna, la maggioranza assoluta delle società di gestione degli
aeroporti di Alghero e Olbia. Non più quindi una fusione, ma una operazione di controllo assoluto degli aeroporti sardi da parte della Camera di Commercio di Cagliari» sbotta Lubrano che rincara la dose: «è quindi chiaro che le motivazioni di economia di scala e commerciale cadono pesantemente mentre si delinea una precisa volontà di un gruppo di potere che vuole dominare in Sardegna controllando gli scali
aeroportuali ed è improvvisamente chiaro come Alghero diventerà proprietà non di privati, non della Regione ma della Camera di Commercio di Cagliari». E conclude con un appello: «Auspico una levata di scudi da chi ha ruolo ad ogni livello istituzionale per difendere Alghero, per difendere il nostro inalienabile diritto di muoverci in libertà. Non è più il tempo di meline, di pseudo mediazioni, ma di andare a muso duro, se necessario, perché è loro primario dovere proteggere chi ha dato loro la propria fiducia con il proprio voto».
Nella foto: Stefano Lubrano
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