ALGHERO - Lo scarico dei reflui del depuratore di San Marco sul Calich, dopo lo stop al riutilizzo in mancanza del Piano di Gestione aggiornato, manda in frantumi i rapporti tra enti titolati, ognuno per propria competenza, alla gestione del sistema depurativo algherese. Tanto che Abbanoa, il gestore unico dei servizio idrico e depurativo nella città di Alghero, si scaglia contro il Consorzio di Bonifica della Nurra che aveva deciso lo stop al riutilizzo in agricoltura, negando - nella pratica - la disconnessione dello scarico del depuratore di Alghero San Marco dalla rete consortile. Posizione che lo stesso Parco di Porto Conte - sempre più oggetto di dissidi e polemiche con comitati e cittadini - utilizza adesso per giustificare la
diffida inviata allo stesso gestore e all'indirizzo del Consorzio di Bonifica: insomma, è il caos istituzionale.
«Le acque reflue depurate, non sono utilizzate per gli scopi irrigui in via di esclusiva. Esse concorrono ad alimentare un complesso sistema di irrigazione per circa il 15% della sua capacità complessiva. In altri termini, ricorre per il depuratore di Alghero il riuso delle acque depurate solo in forma “indiretta” (e non prevalente), e cioè in mix con altre fonti» precisano da Abbanoa. «Pertanto - non riteniamo di poter dare esecuzione alla vostra disposizione di disconnessione del collegamento alla rete consortile poiché non ricorrono le condizioni di emergenza per lo scarico presso l’area sensibile dello stagno del Calich e poiché tale soluzione, oltre che peggiorativa sotto il profilo ambientale, per quanto più dettagliatamente espresso dall’Ente Parco, sarebbe anche sbagliata. Difatti, la disciplina prevista dal Regolamento (UE) n. 2020/741 riguarda il riuso esclusivo, e cioè diretto, delle acque reflue depurate ai fini agricoli e non anche a quello indiretto grazie all’apporto di altre fonti».
«Sotto questo profilo - continua la missiva - il depuratore Alghero San Marco già oggi rispetta limiti di emissione che non solo sono più restrittivi rispetto a quelli previsti dal testo unico ambientale d.lgs. 152/2006 ma anche più restrittivi rispetto al sopravvenuto e comunque non applicabile Regolamento (UE) n. 2020/71. Anche sotto questo profilo, pertanto, la soluzione adottata appare non solo preferibile ma anche esemplare. Per le considerazioni dinanzi svolte e per le superiori ragioni di continuità di servizio, confidiamo comprenderete l’impossibilità di accogliere la vostra richiesta di disconnessione dello scarico dalla rete consortile».