Carlo Mannoni
18 giugno 2023
L'opinione di Carlo Mannoni
La strada e nuovo ospedale
Un mese di giugno proficuo per Alghero. In pochi giorni, nelle prime due settimane del mese, il presidente Solinas ha annunciato l’appalto per luglio (ma già spostato a ottobre!) dell’ultimo lotto della Sassari-Alghero, mentre sono da reperire ancora 18 dei 38 milioni che mancavano; se Dio vuole, li troveranno a luglio. È stata, inoltre, deliberata la realizzazione del “nuovo ospedale” della città. A parte il naturale trascinarsi delle lungaggini della politica e della burocrazia, l’aria delle prossime elezioni regionali ha messo le ali ai piedi, in Regione, ai decisori politici. Con una Regione più propositiva, per la strada si sarebbe potuto far prima e si è perso un anno e mezzo pur col progetto già pronto, e il tempo, come si sa, ha un costo economico e sociale non indifferente. Speriamo sia la volta buona dopo i pasticci dell’Anas che a suo tempo propose un “nuovo progetto” anziché la “variante” al precedente, creando l’ambaradan che conosciamo (lasciamo da parte il Ppr, per cortesia). Per il nuovo ospedale si riparte dal 2007 (accordo giunta Soru col sindaco Tedde per in nuovo presidio a La Taulera) e di anni ne sono passati ben 16. Lo ricordano, non a caso, lo stesso Marco Tedde e Mario Bruno, pur da posizioni politiche differenti.
Veniamo alla delibera relativa al nuovo ospedale, annunciato con molta enfasi dalla politica algherese politicamente vicina al presidente della Regione, quasi fosse stato già realizzato. In realtà la delibera (assunta con 19 mesi di ritardo) non è un atto politico conclusivo perché manca degli elementi fondamentali per dirsi tale, ovvero la collocazione urbanistica dell’intervento, il suo costo e la copertura finanziaria. Ciò che è chiaro è che si parla di un “nuovo presidio ospedaliero di eccellenza” e non del potenziamento e ampliamento dell’ospedale esistente. Come si legge nella stessa delibera, la nuova struttura “accorperà i servizi sanitari attualmente offerti dagli Ospedali civile e Marino della Città”. Si farà a La Taulera dove aveva deciso la giunta Tedde nel 2007 o a Mamuntanas, localizzazione che pare preferita dalla giunta Conoci, e per questo non poco criticata? È vero che nel preliminare del Puc della città da poco approvato si dichiarano paradossalmente possibili le due localizzazioni, lasciando il dubbio che più che di reale incertezza si tratti di accorta cautela per non scoprire anticipatamente le carte.
C’è però, nella sorte dell’ospedale, la questione “risorse finanziarie” che come per tutte le nuove infrastrutture, è una condizione determinante. La legge regionale di riferimento (n. 24 del 20 settembre 2020) rimanda agli stanziamenti previsti nel programma pluriennale di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie della legge n. 67 del 1988, aggiornati sino al 2022. Alla Sardegna sono stati assegnati complessivamente 802 milioni, di cui 303 milioni già programmati (per percentuale di utilizzo siamo la terzultima regione italiana) e 499 da utilizzare. Con tali risorse si dovranno realizzare, come previsto dalla delibera regionale (appena quattro pagine con molti preamboli scontati e scritta, anzi buttata giù, in tutta fretta), il “nuovo presidio ospedaliero nella città di Cagliari” in sostituzione dell’ospedale Brotzu e dell’Oncologico, il “nuovo ospedale della città di Sassari che accorpi gli attuali posti letto divisi tra i diversi ospedali della città”, il “nuovo presidio ospedaliero territoriale unico del Sulcis Iglesiente” e, infine, il nuovo ospedale di Alghero. Utilizzando come parametro il costo del nuovo ospedale di San Gavino Monreale (68 milioni), quello totale dei nuovi ospedali sardi non sarà inferiore a 850-900 milioni, con un deficit di stanziamento di almeno 350-400 milioni.
L’ambizioso programma, appena annunciato, dovrà essere quindi ridimensionato e non di poco, pur che non si tratti di una tragica bufala da tener viva sino alle prossime elezioni. A meno che per il nuovo ospedale di Cagliari non ci si rivolga al capitale privato, ovvero al project financing previsto dalla legge regionale n. 24 del 2020, una torta appetitosa (a volte tossica) su cui le grandi imprese realizzatrici e finanziatrici probabilmente hanno già puntato la loro attenzione con i loro “discreti” suggerimenti. A Cagliari si parla anche di questo, nell’immaginario e artificioso (e anche paradossale) duello tra nuovo stadio e nuovo ospedale (ovvero tra il sindaco Truzzu e e il presidente Solinas) che si contendono per i due investimenti le aree di S.Elia o forse qualcos’altro. Ancora una volta le scelte su Cagliari precederanno e condizioneranno l’intera Sardegna.
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