S.A.
14 giugno 2023
L´edilizia in Sardegna vola a +10,5%
Forte dinamismo del mercato sassarese: previsto un importante aumento della produzione anche nel 2023 (+4%), trainato dal settore infrastrutturale e dall´edilizia residenziale
CAGLIARI - Il mercato dell'edilizia continua a crescere in Sardegna. Il 2022 consolida il trend di espansione delle costruzioni con un volume d'affari stimato in 7,5 miliardi di euro con un +10,5% rispetto all'anno precedente. Il 2022 è stato un anno di importante consolidamento del trend espansivo del settore regionale delle Costruzioni. Se il 2021 sotto il traino del rinnovo edilizio, sostenuto dagli incentivi, dal rimbalzo della nuova produzione edilizia, della crescita importante delle opere pubbliche, il valore della produzione è cresciuto del 19%, nel 2022 la crescita prosegue ad un ritmo importante (+10,5%) e + 12,9% gli investimenti , sostenuta dagli stessi fattori che risulteranno almeno in parte indeboliti dalle nuove regole e limitazioni del Superbonus, che si accentuano nel 2023 (+1,4%) la crescita stimata.
Si consolida il trend espansivo del mercato immobiliare (+14%), sia nella componente abitativa che non residenziale; cresce la produzione edilizia (+13,3%), così come ad un ritmo eccezionale i bandi di gara per i lavori pubblici che sostengono gli investimenti (+12,9%) alimentando positivamente il consolidamento dell’occupazione (+9,8%); un quadro complessivamente positivo, sebbene non privo di incertezze proposte dal nuovo scenario in cui gli elementi di rigidità dell’offerta si sommano alle incognita sul futuro del Superbonus. Nel 2022 il volume d’affari delle Costruzioni Sardegna è stimato in 7,5 miliardi di euro, di cui 6 mld relativi ad investimenti a più di 1,4 miliardi, destinati alla manutenzione ordinaria. Il segmento residenziale si attesta così a primo mercato regionale con investimenti pari a 3,5 mld, più del 57% degli investimenti complessivi. Le opere pubbliche, con 1,5 mld sono il secondo mercato regionale e assorbono poco meno del 25% degli investimenti.
Forte dinamismo del mercato sassarese: previsto un importante aumento della produzione anche nel 2023 (+4%), trainato dal settore infrastrutturale e dall'edilizia residenziale. Triennio 2021 - 2023 positivo anche per Oristano (+1,1%) nel 2023. Stabili nel 2023 Nuoro e Sud Sardegna. Il 48% della produzione regionale è appannaggio di Cagliari e sud Sardegna con 3,6 miliardi, al secondo posto Sassari con 2,5 miliardi il 33% del totale. Nuoro 840 milioni e Oristano 520 milioni, si dividono le restanti quote.
Riguardo alle previsioni per il 2023, il settore delle costruzioni regionale potrebbe sfiorare i 7,8 mld, per effetto di una modesta crescita che in termini reale è pari all’1,4%, con gli investimenti in crescita dell’1,5%; a mantenere positivo il risultato previsto, è la sostenuta crescita delle opere pubbliche (+19%) che rappresenteranno più del 30% degli investimenti complessivi. Il più grande mercato regionale, quello residenziale, è stimato in 3,3 mld di investimento, ovvero il 51% del totale. E si registra anche un +12,9% negli investimenti. Cresce ancora il mercato immobiliare con un generale +14% con un +8,8% nelle compravendite immobiliari. Boom delle gare d'appalto di lavori pubblici, +16%. E in termini di valore si passa da 464 milioni a 1,7 miliardi di euro +275%. Sono alcuni dei numeri del report annuale di Cna costruzioni.
Bene la produzione edilizia +13,3% sul 2021, aumentano anche le imprese +246 unità, si consolida l'occupazione +9,8% che tocca di nuovo 45mila addetti. Le previsioni per il 2023? Il bicchiere mezzo pieno è legato al fatto che le case, entro i prossimi 10 anni, necessitano di rivisitazioni green e di risparmio energetico. Le incognite sono legate alla fine del superbonus e alle incertezze sul Pnrr. Previsto un "pareggio", forse qualcosa di meglio, con una stabilizzazione del mercato che si dovrebbe assestare sul +1,4%. «Molto dipenderà - spiegano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario e presidente regionale di Cna Costruzioni - dall'avanzamento dei cantieri in atto e dall'avvio di quelli in programma. Siamo in una fase in cui, almeno sul fronte pubblico, il nodo non è tanto quello delle risorse, ma quello dell'effettiva capacità di spesa, ostacolata da fattori strutturali (vincoli burocratici, inadeguatezze gestionali), ma anche dalle più recenti tensioni dell'offerta, con i rinnovi delle quotazioni di materia prima e dei processi produttivi».
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