S.A.
5 giugno 2023
«Grotta Nettuno a rischio bando» Tedde suona la sveglia a Governo
L’ex sindaco di Alghero evidenzia che secondo la Regione la concessione della Grotta di Nettuno a favore del Comune di Alghero, sulla base della normativa europea e alla luce delle recenti sentenze del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, scadrà il 31 dicembre 2023. E rischia di dover essere messa a gara. Così come le concessioni delle altre grotte sarde
ALGHERO – «La gestione pubblica delle Grotte di Nettuno e di altre importanti grotte dell’isola sotto la tagliola della Direttiva Bolkestein è a rischio liberalizzazione. Governo regionale affronti il problema e cerchiamo assieme soluzioni». Così il Consigliere regionale Marco Tedde commenta l’applicazione della Direttiva Bolkestein alla Grotta di Nettuno e alle tante grotte gestite dai comuni costieri regionali. L’ex sindaco di Alghero evidenzia che secondo la Regione la concessione della Grotta di Nettuno a favore del Comune di Alghero, sulla base della normativa europea e alla luce delle recenti sentenze del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, scadrà il 31 dicembre 2023. E rischia di dover essere messa a gara. Così come le concessioni delle altre grotte sarde.
«Crediamo che tutte le grotte sarde gestite dai comuni debbano essere inquadrate alla stregua di beni culturali e di grande valenza ambientale e archeologica, tutelati dal PPR come beni paesaggistici, e non di semplici servizi soggetti alle regole del mercato. Le Grotte di Nettuno, assieme alla Grotta Verde di Alghero, alla Grotta del Bue Marino di Dorgali, a quelle di Su Palu di Urzulei, di Is Zuddas di Santadi, di Su Marmuri di Ulassai, della Grotta del Fico di Baunei e a tante altre costituiscono inestimabili risorse ambientali e paesaggistiche, con straordinaria valenza storica e culturale, che per la loro fragilità non possono essere gestite da imprese private alla stregua di servizi soggetti alle logiche del mercato. Sono, peraltro, beni sottoposti a convenzioni internazionali il cui utilizzo non può discostarsi dalla normativa comunitaria di stretto riferimento. E, quindi, non possono essere fatte oggetto di uno sfruttamento massivo improntato alla produzione di benefici economici che verosimilmente produrrebbe il depauperamento, il danneggiamento e lo svilimento di questi fondamentali beni storico – culturali».
Secondo Tedde questo scenario «è un rischio che la Sardegna non può permettersi, perché l'affidamento delle grotte al libero mercato inciderebbe sullo stesso “corredo genetico - storico” della nostra isola. Il Governo regionale affronti immediatamente il problema assieme ai sindaci dei comuni interessati. C’è ancora poco tempo, ma non facciamolo trascorrere invano».
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