S.A.
29 maggio 2023
Inflazione e caro prezzi: anziani in crisi
Le pensioni perdono potere d’acquisto: è crisi per tanti pensionati sardi alle prese con il rincaro dei prezzi. Il caso della pasta aumentata del 38%
CAGLIARI - L’inflazione, il caro prezzi e l’aumento esponenziale delle bollette elettriche stanno umiliando gli anziani e i pensionati anche in
Sardegna. Secondo una analisi effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, su dati di Federanziani, in media, i pensionati italiani percepiscono 13.753 euro all'anno, che equivalgono a circa 1.146 euro al mese; e sono circa 4 i milioni di over 65 che vivono soli: il 70%
sono pensionati con meno di mille euro e il 17% con pensioni di appena
500 euro. «L’inflazione e i rincari generalizzati fanno vacillare una delle colonne più robuste del welfare familiare: i pensionati la cui
situazione è diventata insostenibile - Paola Montis, Presidente
Regionale dell’ANAP Sardegna, l’Associazione dei Pensionati Artigiani
di Confartigianato – loro, infatti, pur con redditi modesti, fino a
qualche tempo fa riuscivano a dare un valido aiuto economico a figli e
nipoti, che spesso non riescono ad arrivare a fine mese perché hanno
perso il lavoro, sono in cassa integrazione o non trovano
un’occupazione stabile».
Secondo l’analisi, in media, un pensionato italiano utilizza il 19%
della propria pensione (217 euro) per le spese alimentari, il 40%
(458,4 euro) per l’abitazione e le utenze, il 9% (103,14 euro) per i
trasporti e l'auto, il 7% (80 euro) per la salute. Il resto viene
utilizzato un lungo elenco di voci che comprendono l’abbigliamento, le
spese impreviste e l’aiuto ai familiari prossimi. E la situazione
precipita se l’anziano non è autosufficiente: l’incidenza del costo
dell’assistenza a domicilio, come le badanti, diventa deflagrante.
Considerando, poi, l'aumento dell'inflazione degli ultimi due anni,
che è passata dal 2,2% nel 2021 all'11,8% nel 2022, i conti sono
diventati insostenibili. Inoltre, circa il 37% dei pensionati ha
eliminato l'acquisto di acqua in bottiglia e beve invece l'acqua del
rubinetto di casa, il 26% ha smesso di acquistare integratori, il 63%
ha ridotto il consumo di carne bianca o rossa a una volta alla
settimana, sostituendola con lenticchie, ceci e fagioli. Ridotte anche
le spese per cure mediche e farmaci mentre l'utilizzo dell'automobile
è stato ridotto solo per le necessità essenziali. Tagliati anche i
regali ai nipoti. Ma è sui beni alimentari, in particolare la pasta, che si sta scaricando l’aumento dei prezzi; secondo gli ultimi dati Istat, da
settembre dello scorso anno a oggi, il suo costo è aumentato del 38%
(3 volte l’inflazione), e tra marzo e aprile di quest’anno del 17% (2
volte e mezzo l’inflazione), con i prezzi che sono cresciuti tra 1,10
euro a 1,40 euro al chilo. «Sappiamo che tantissimi anziani pensionati sardi sono costretti a vivere con un assegno mensile che non raggiunge nemmeno i mille euro – continua la Montis - significa condizione di povertà, anche secondo i parametri ufficiali. I conti sono oramai ingestibili e la loro situazione rischia di trasformarsi in una bomba sociale».
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