S.A.
21 maggio 2023
Grazia Deledda protagonista al Salone del Libro
al Salone internazionale del libro di Torino è stata ricordata la figura di Grazia Deledda, la scrittrice nuorese premio Nobel oggi ancora più attuale
CAGLIARI - Battagliera, dinamica, antesignana delle attualissime battaglie per l’ambiente, molto più colta di quanto la tradizione riporti e ingiustamente poco considerata dalla letteratura italiana. Grazia Deledda è da un secolo e mezzo un’icona della letteratura sarda da rileggere oggi sotto una luce diversa, incredibilmente ancora inesplorata. La figura della scrittrice nuorese, prima italiana premio Nobel per la letteratura e seconda nel mondo dopo la svedese Selma Lagerlöf, è stata analizzata oggi al Salone internazionale del libro di Torino nel convegno “150 anni di Grazia”, curato dall’AES – Associazione editori sardi e inserito nel palinsesto nazionale del Lingotto, davanti a 150 persone tra cui moltissimi non sardi.
Il dibattito, moderato dal critico Alessandro Marongiu, ha coinvolto quattro esperti deleddiani: Duilio Caocci dell’Università di Cagliari, Piero Mura e Dino Manca dell’Università di Sassari e la saggista e critica Angela Guiso. Proprio quest’ultima ha sottolineato come Grazia Deledda possa essere a buon diritto considerata quasi come un’eroina ambientalista: la sua descrizione dei paesaggi sardi, così precisa e puntuale, dev’essere vista come una difesa strenua della natura in cui ha vissuto in Sardegna prima del suo trasferimento romano.
È superata, inoltre, la visione dell’autrice come una donna ingenua e poco colta: secondo i carteggi studiati da Piero Mura, infatti, a Roma Grazia Deledda seguiva regolarmente le lezioni universitarie all’Università La Sapienza, pur non essendosi mai iscritta “perché non voglio fare l’insegnante ma la scrittrice”, diceva. Nonostante la grande importanza della Deledda per la letteratura italiana, troppo spesso è stata esclusa dalle antologie: come ha spiegato Dino Manca, il motivo risiede nel fatto che i compilatori non potevano comprendere appieno il linguaggio deleddiano, troppo legato a usi e modi di dire peculiari della Sardegna e difficilmente interpretabile dai “continentali”.
Oggi c’è però una nuova coscienza critica che tributa a Grazia Deledda il valore che merita, ha detto Duilio Caocci, anche grazie al lavoro della commissione per l’Edizione nazionale dell’opera omnia della scrittrice voluta dal ministero della Cultura. Un’autrice a cui, ha spiegato, viene riconosciuto dagli scrittori contemporanei sardi il valore di “madre” cui ispirarsi. L’attualità di Grazia Deledda è stata poi al centro della presentazione del libro di Dino Manca “Sento tutta la modernità della vita” (Aipsa) nella sala Sardegna del Salone del libro, lo stand istituzionale della Regione, il cui programma è curato in larga parte dall’AES, presente con un proprio stand al Lingotto grazie alla Fondazione di Sardegna.
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