Raffaele Cadinu
14 maggio 2023
L'opinione di Raffaele Cadinu
Le avventure a Punta Giglio del Signor Pinco Pallino
Il signor Pinco Pallino, un giorno, logorato dal potere oramai perso, dopo aver calpestato le scale del palazzo regionale, decide di fare lo scrittore, e si dedica al genere distopico, credendo di agitare le masse al suono del suo flauto magico stonato. Conscio che la massa agitata era esigua, al fine di vendere i suoi scritti, aggiunge al suo racconto paragrafi di fantasia garantendoli però come veri, e addirittura negando l’esistenza di vicende veramente accadute. Tra i suoi assidui lettori però vi sono politici che hanno scalato elettoralmente le liste, diventando consiglieri comunali e finanche sindaci, approvando addirittura delibere inerenti interventi per diversi miliardi dell’allora valuta in lire. Per rendere credibile sia il proprio racconto sia l’articolazione storica, il signor Pinco Pallino aveva la necessità di negare l’ovvio, in quanto la descrizione negativa della vicenda da lui raccontata, abbisognava della mancanza di una pianificazione amministrativa. Per attuare il delitto d’impeto esposto, infatti, occorreva che non vi fosse alcuna pianificazione urbanistica valida, e ciò al fine di attestare le azioni abusive poste in essere dal mascalzone profittatore, cioè dal signor Tal dei Tali protagonista del racconto di Pinco Pallino.
Il nostro scrittore, nonostante avesse calpestato per anni i gradini del palazzo regionale, e verosimilmente aver avuto la possibilità concreta di leggere le carte ufficiali trasmesse al CORECO dal Comune di Alghero, si dimenticava distopicamente di interpellare il suo assiduo lettore, già consigliere comunale e poi sindaco, il quale in data 21 aprile 1989 con delibera n. 81, pubblicata all’Albo Pretorio in data 2 maggio 1989 e divenuta esecutiva con approvazione del CORECO con provvedimento n. 15293 del 18 maggio 1989, votava l’approvazione del Piano del Parco di Punta Giglio per una spesa di oltre 21 miliardi delle vecchie lire. Pertanto il Piano del Parco di Punta Giglio dovrebbe sicuramente esistere poiché attestato anche con il voto in consiglio comunale dell’assiduo lettore dello scrittore Pinco Pallino, a meno che, sempre il predetto assiduo lettore, abbia firmato il nulla in consiglio comunale, prendendosi però anche il gettone di presenza.
Se così è il nostro Pinco Pallino, come una signora delle pulizie infedele, ha nascosto l’immondizia sotto il tappeto, sperando che il proprietario del negozio non se ne accorgesse, poiché nel suo distopico racconto afferma che -in oltre vent'anni il Piano non era mai stato approvato e chissà se lo sarebbe mai stato-. Ma come? Non poteva chiedere a quel suo lettore preferito se aveva per caso, magari a propria insaputa come d’uso ai politici navigati, firmato veramente la delibera comunale per l’approvazione del Piano Particolareggiato di Punta Giglio che avrebbe chiarito la vicenda una volta per tutte?. Poteva così finalmente rendere edotti tutti i cittadini algheresi sul progetto previsto dal Piano Particolareggiato di Punta Giglio e, chiarezza per chiarezza, anche illustrato le mega opere previste per motivare la spesa così ingente di oltre 21 miliardi delle vecchie lire!. Il mio racconto finisce usando le quasi stesse parole del racconto distopico del nostro scrittore Pinco Pallino, sperando non mi quereli per quasi plagio: “vi fu chi se ne compiacque non poco, chi se ne dolse assai e, infine, chi non svelò la verità su ciò che, nel 1989, l’esigua massa di lettori dello scrittore voleva fare a Punta Giglio con oltre 21 miliardi di lire, lasciando che il mondo camminasse da solo come sempre aveva fatto senza l’aiuto, peraltro inutile, di Pinco Pallino.
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