Carlo Mannoni
4 maggio 2023
L'opinione di Carlo Mannoni
Gestione unica degli aeroporti, domande scomode
Quando un raggio di luce passa per un prisma, si scompone in diverse luci di differenti colori. L’osservatore comune, che non conosce il colore del raggio principale, può solo dedurlo tirando a indovinare tra i diversi colori generati dal prisma stesso. Altrettanto mi pare stia accadendo, per similitudine, per la vicenda della fusione tra gli aeroporti sardi in capo all’ipotizzato unico gestore, il Fondo di investimento F2i, attuale concessionario degli scali di Alghero e Olbia e prossimo, al momento solo ipotizzato, di quello di Cagliari. Gli attori in campo, ovvero la Regione, il Fondo F2i, la Camera di commercio di Cagliari e Oristano, attuale gestore di Elmas, operatori, esperti, politici ai vari livelli e quant’altro, esprimono sulla questione differenti e contrastanti opinioni a favore o contro la fusione dei tre scali, diffondendo la loro verità. Sono le differenti luci di cui sopra e allo spettatore di questa importante vicenda sfugge il colore del raggio che ha generato il tutto, prima di passare per il distorcente prisma. Il cittadino comune può solo porsi alcune domande. La prima: è credibile che il concessionario degli aeroporti di Alghero e Olbia abbia potuto deliberare la fusione delle rispettive società di gestione senza un preventivo e formale contatto con la Regione?
La seconda: poiché nulla accade per caso, è possibile che le felpate diplomazie del potere economico e politico non si siano preventivamente incontrate nelle riservate stanze, come accade di norma e senza che ciò venga visto come scandalo, per disegnare opzioni, strategie e assetti futuri che interesseranno il trasporto aereo della Sardegna nei prossimi quarant’anni? Inoltre, è la terza domanda, è sempre possibile che su tale questione, di estrema delicatezza e importanza, gli attori si siano mossi senza un quadro programmatico di riferimento preventivamente approvato dalla Regione? L’assessore regionale dei trasporti, Moro, ha negato qualsiasi suo preliminare abboccamento sul tema con la parte privata, asserito invece da quest'ultima. Poiché chi conosce bene la Regione sa che su questioni così delicate ci si muove e si decide ai massimi livelli di rappresentanza politica, parlo della presidenza della Regione, è verosimile (quarta domanda) che il Fondo F2i, che sa ben muoversi nel mondo delle istituzioni pubbliche nazionali, abbia potuto prodursi in un simile sgarbo istituzionale nei confronti del presidente Solinas, scavalcandolo a piè pari, e con lui intero Nord-Ovest della Sardegna, su una questione di così rilevante importanza? Qualche anno fa fu decisa la fusione tra le società di gestione degli aeroporti di Firenze e Pisa e fu la stessa Regione Toscana a spingere in tale direzione. Quinta domanda: è accettabile che in Sardegna si debba assistere a simile passività della giunta regionale, da far pensare a una sua totale inerzia e disinteresse sulla vicenda tanto da essere stata messa formalmente a conoscenza delle deliberazioni sulla fusione dei due scali solo a fatto concluso?
Qualche altra domanda. La fusione a livello di gestione tra i tre aeroporti sardi presuppone, necessariamente, la preliminare privatizzazione della gestione dell’aeroporto di Elmas, con la cessione della parte preponderante del capitale azionario detenuto dalla Camera di Commercio di Cagliari al Fondo F2i, e in tale contesto la decisa unificazione della gestione tra Alghero e Olbia appare un’abile mossa tesa a facilitare l’intera operazione, precostituendone gli antefatti. L’ente camerale di Cagliari, sostituendosi di fatto alla Regione nel ruolo di governo nel settore del trasporto aereo, ha deciso da tempo che la fusione degli aeroporti sardi è un atto necessario e indispensabile. La circostanza è più che pubblica ma, evidentemente, sconosciuta sino all’altro ieri alla stessa Regione rimasta sempre silente sul tema. Sesta domanda: possibile che la Camera di commercio di Cagliari abbia voluto e potuto scavalcare la giunta regionale (altro sgarbo istituzionale) avviando di fatto l’annunciata fusione tra le tre società di gestione sotto l’ombrello del Fondo F2i, sino a percorrere il contestato percorso di una trattativa privata per la cessione del suo pacchetto azionario allo stesso Fondo, quando le norme europee e nazionali imporrebbero di norma la gara pubblica?
Per volontà della Regione, per voce dell'assessore Moro, col presidente Solinas apparentemente defilato sul tema, la fusione tra gli aeroporti di Alghero e Olbia resta per ora sospesa su decisione dell’Enac, l’organismo di governo e di controllo degli aeroporti civili. La Camera di commercio cagliaritana, invece, sembra voler proseguire sicura nella realizzazione del suo disegno e, a questo punto, sorge inevitabile l’ultima domanda: è ammissibile che nel sistema italiano, in cui il potere di concedere la gestione degli aeroporti è attribuita per legge all’Ente per l’aviazione civile (Enac), sentita la Regione, la privatizzazione dell’aeroporto di Elmas venga decisa di fatto, compresa l’individuazione del futuro concessionario, dall’ente camerale di Cagliari, con conseguenti riflessi anche sulla gestione unitaria di tutti e tre i nostri aeroporti? Sono tutte domande a carattere istituzionale che esulano dal merito della vicenda sul quale non è facile esprimersi, in mancanza di dati certi e dettagliati che sinora sembrano siano preclusi non solo alla comune conoscenza ma, e ciò non è di poca importanza, anche ai consiglieri regionali e alla stessa Regione che pare essersi svegliata da poco da un lungo letargo.
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