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2 maggio 2023
Sinnos: Arte nei riti delle genti prenuragiche
Proseguono a Sassari le iniziative a sostegno della candidatura delle Domus de janas, e dei monumenti preistorici significativi della Sardegna, a Patrimonio dell´Umanità Unesco.
Giovedì 4 maggio taglio del nastro per la mostra “SINNOS - Arte nei riti delle genti prenuragiche” negli spazi del Liceo Margherita di Castelvì in via Berlinguer, fronte Giardini Pubblici
SASSARI - L’iniziativa è promossa dal Cesim – Centro studi Identità e Memoria, in collaborazione con il liceo sassarese e patrocinata dal Ministero per i Beni Culturali. L’esposizione sarà presentata a partire dalle 8,30 dal dirigente scolastico Franco Strinna, dalla presidente del Cesim Giuseppa Tanda e dal curatore Toto Porcu. In programma una due giorni di visite con orario continuato sino alle 18, condotte dalle docenti Lisa Salis e Agostina Corraduzza. «Un’occasione - spiega Toto Porcu - per condividere e offrire ancora una volta, soprattutto ai giovani, un motivo di riflessione, soffermandosi sulle genti che hanno abitato e rispettato la nostra terra negli anni 6000-1800 a.C.».
La mostra “Sinnos” nasce dalla selezione di migliaia di scatti ed è stata sostenuta e incoraggiata dal professore emerito Ercole Contu - uno dei padri nobili dell’archeologia in Sardegna e non solo, scopritore tra le altre cose dell’altare di Monte d’Accoddi – che l’ha definita «monumentale e di eccezionale valore». Se Contu è stato il signore dell’archeologia, Toto Porcu – avvocato e fotografo - ne ha seguito le orme per anni, immortalando attraverso le immagini tutto ciò che egli scopriva, e casualmente scoprendo dei piccoli sinnos – segni rivelatori – sfuggiti all’occhio esperto.
Il percorso fotografico è sviluppato e ambientato tra domus de janas, dolmen e menhir, in un’esplorazione di tutta la Sardegna, da Pimentel a Monte D’Accoddi. Ecco che, nel Bacino occidentale del Mediterraneo, esiste il mondo preistorico della Sardegna con le sue espressioni di arte, di culto e cura dei morti. Un mondo che non ha conosciuto a lungo contaminazioni poiché il Dna dell’uomo, in ogni era, porta un comun denominatore che si esprime con gli stessi segni. E quei segni appartengono magicamente a tutti, come se un’idea potesse bucare gli orizzonti, attraversandoli.
«Spesso gli studiosi hanno avuto la tentazione di spiegare il mondo preistorico della Sardegna riferendosi ad altro. Niente di più errato - aggiunge Porcu – la Sardegna ha una sua precisa identità e ha sviluppato qualcosa degno di nota anche prima dei nuraghi, in ambito locale, mediterraneo e mondiale». Così questa mostra aprirà un’altra porta sul nostro passato. La mostra è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali che ne ha percepito la valenza didattica e culturale, verrà realizzata dalla RM management di Alghero con il contributo e il patrocinio della Rete Sarda delle domus de janas che curerà la conferenza di presentazione con la Presidente del CeSIM/APS e coordinatrice del progetto: “Arte e Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas.”, Giuseppa Tanda.
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