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Antonio Sini 30 aprile 2008
Il pittore Sergio Zidda prepara una mostra a Nuoro
Il pittore algherese a Barcellona insegna nella “Escola de pintura l’Alguer”, ubicata nel Carrer Sagrera, insieme a Cobos Rey Inma, la pittrice di origine andalusa con marito catalano
Il pittore Sergio Zidda prepara una mostra a Nuoro

FERTILIA - Sergio Zidda è un pittore algherese, che sta dando il meglio di se in questo momento particolare della sua vita, nella piena maturità. Il suo laboratorio-rifugio, si trova nella Torre del Fascio a Fertilia. Lo abbiamo raggiunto mentre era al lavoro, assorto, estraniato dal mondo che gli stava attorno. Per lui, la compagnia di una radio che proponeva musica folkloristica sarda. E fra suoni di launeddas, di fisarmonica e canti in re, Sergio Zidda dava corpo a un suo intuito pittorico, guidando con maestria una spatola. Artista introverso, da alcuni anni fa la spola fra Alghero e Milano. A Barcellona insegna nella “Escola de pintura l’Alguer”, ubicata nel Carrer Sagrera al numero civico 99, e collabora con Cobos Rey Inma, la direttrice di origine andalusa sposata con marito catalano. Un nome da lui fortemente voluto in segno del legame con la sua città, che con lui un po’ parca di soddisfazioni è stata. «Ma non mi interessa – afferma Zidda – ho trovato altrove le soddisfazioni che da tempo inseguivo». Per lui importanti recensioni nella rivista “ Segni d’arte” da parte di Alfredo Maria Barbagallo e Nicolina Bianchi. Ed ecco un estratto: «…un album di immagini che sono già “ricordi” d’una società patriarcale ed arcaica comune a culture diverse, millenarie, complanari e complementari, associate nella comune dizione mediterranea, simili nel comune modo di intendere la vita, la fatalità, il rispetto reciproco, i sentimenti, la divinità, i valori, la radici, quelle che Sergio Zidda ha ricercato e ricerca nel suo vagare». E Zidda si perde, fugge dal reale e si ritrova nel passato con i suoi antenati che lui fissa sulla tela. Uomini che giocano a morra, donne in abito scuro, autentici monumenti alla vita, che ci rimandano alle nonne, ai suoi avi, con i quali Sergio Zidda è legato da un sottile filo impercettibile, ma saldo. Le corse di cavalli, nell’Ardia di Sedilo, lo appassionano e lo travolgono. Il cavallo diventa espressione di forza, e nelle sua plasticità Zidda si esalta, tentando inutilmente di arrestare la sua corsa incontenibile. Sergio Zidda continua a ricercare le sue radici, nel suo vagare, che lo hanno portato dai paesi nordici, alla Francia, all’Africa ed ora in Spagna. Un grande bagaglio culturale che l’uomo si porta appresso, e viene riversato nelle sue opere. Zidda non è solo un grande pittore, ma anche un sapiente modellatore di materia informe: pietra, argilla, legno, ferro. Prepara una mostra in programma a Nuoro all’inizio dell’estate, ed è per questo che all’interno del suo laboratorio-rifugio a Fertilia, lavora alacremente. «Starei qui giorno e notte – afferma Zidda –qui sono lontano dal mondo, mi isolo, sono io e la mia pittura. Ricerco sempre qualcosa di nuovo, perché non posso dire di essere arrivato. Mi sento un cittadino del mondo, che peraltro non mi piace. Cerco un mondo migliore, ma ogni volta mi accorgo di essere in una contesto che non mi appartiene. Ammetto – continua Zidda – di essere introverso, e la tela e la pittura sono il mio modo d’espressione, mi danno grandi emozioni e con loro “vivo” quotidianamente.

Perché si ha la sensazione che in te ci sia qualcosa di incompiuto?
«Sono io che mi cerco – risponde Sergio Zidda – ricerco nuove tecniche, colori, sensazioni. Non amo solo dipingere , faccio di tutto, sculture in trachite, ferro, argilla, tutto quello che si presta a essere lavorato. Sono essenzialmente un autodidatta, le uniche lezioni di disegno le ho apprese in Francia a 19 anni, poi in quaranta anni di attività sono passato dal pennello alla spatola che ormai prediligo».

Alghero è stata avara con te?«Si, se si intende per questo, il coinvolgimento nel mondo artistico locale. Sono stato sempre snobbato, le grandi gratificazioni le ho ricevute fuori. Mi invitano due volte l’anno a Milano a “Arte sul Naviglio”, ho avuto riconoscimenti in Francia, mi stimano in Catalogna, dove mi hanno offerto la possibilità di insegnare la mia tecnica pittorica, e condivido con altri artisti la passione per l’arte che ci accomuna. Ad Alghero l’ultima mia mostra ufficiale risale al 1988, quando nella Torre di San Joan ho esposto i miei lavori, insieme alla pittrice Silvia Dellavalle».

Traspare dalle affermazioni di Sergio Zidda, un velo di tristezza, per la poca gratitudine ricevuta dalla sua città natale, e per lui, forse vale come non mai il famoso Broccardo “nemo profeta in patria”. Ma non è mai troppo tardi, per dare a un pittore di grande talento il meritato riconoscimento, che non può essere lesinato, ma deve essere il riconoscimento per un artista che da una vita produce opere d’arte apprezzate soprattutto fuori dai confini locali.

Nella foto: Sergio Zidda al lavoro



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