Il presidente del Consiglio regionale Sardo nell´Aula Magna dell´Università degli Studi di Sassari sull´Autonomia differenziata: un´occasione per i Sardi per rivendicare diritti e per l´Isola di ottenere l´attuazione dello Statuto. L´intervento integrale
SASSARI - «Richiamare lo Stato ai doveri che ha nei confronti della Sardegna, ma che non ha fino ad oggi onorato». «E' un'occasione per tradurre in fatti concreti il principio di insularità. Costringere lo Stato a sedersi su un tavolo di attuazione che non sia enunciazione, ma consenta di avere ai Sardi quei diritti che da 160 anni attendono invano».
Parole forti, chiare e nette quelle pronunciate dal presidente del Consiglio regionale Sardo, l'algherese Michele Pais, in occasione del dibattito sull'Autonomia differenziata svoltosi presso l'Aula Magna dell'Università degli Studi di Sassari, alla presenza di docenti, professori e accademici, numerosi amministratori e rappresentanti delle istituzioni territoriali e regionali. Non fa giri di parole Pais e parla dei diritti dei sardi scritti nello Statuto, rimasti in larga parte «lettera morta». «Come è possibile che a distanza di 22 anni dalla modifica del
Titolo 5 della Costituzione lo Stato di diritto non abbia ancora individuato i livelli essenziali delle prestazioni previsti dall'
art. 117 della Costituzione» domanda il presidente del Consiglio sotto lo sguardo attendo di Mario Segni.
«Il disegno di legge in discussione sull'Autonomia differenziata penso sia una grande occasione di dibattito che investe tutta la Sardegna: cittadini, istituzioni pubbliche, parti sociali, mondo imprenditoriale, che ci porterà a discutere della nostra Autonomia, di come l'abbiamo utilizzata, bene o male, e magari rivendicare diritti "sopiti" da almeno 75 anni. E il dibattito, anche su posizioni diverse, quando svolto in maniera onesta e nell'interesse dei sardi, fa sempre bene» chiude Michele Pais.