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18 febbraio 2023
Lingua blu, subito il piano vaccinazioni
Lo ha chiesto il presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, Stefano Taras, nel ricordare che tenere sotto controllo la febbre catarrale degli ovini significa garantire anche al comparto bovino da carne la libera movimentazione dei capi
OLBIA - «Chiediamo alla Regione, e nello specifico all’assessore della Sanità, Carlo Doria, notizie sullo stato di elaborazione del Piano di contrasto della Blue tongue per l’annualità 2023. Ci sono i fondi per l’acquisto e la somministrazione dei vaccini? Riusciremo a fare i trattamenti entro maggio così da evitare problemi sulle pecore in gravidanza e soprattutto interventi durante la ripresa ciclica dei focolai di lingua blu durante l’estate? Esiste un cronoprogramma e un quadro dettagliato sul numero di veterinari da mobilitare per le vaccinazioni?».
Lo ha chiesto il presidente di Confagricoltura Sassari e Olbia-Tempio, Stefano Taras, nel ricordare che tenere sotto controllo la febbre catarrale degli ovini significa garantire anche al comparto bovino da carne la libera movimentazione dei capi soprattutto verso i punti di ingrasso d’oltre mare. «Sarebbe auspicabile – ha proseguito Taras – che l’Assessorato della Sanità, le Asl territoriali, il coordinamento regionale della Sanità animale e l’Assessorato dell’Agricoltura collaborino, ognuno per le proprie competenze, affinché le attività di prevenzione siano avviate nei tempi utili».
«Proprio i ritardi delle vaccinazioni, che dovrebbero seguire l’andamento della Blue tongue attraverso i rilevamenti dai capi sentinella presenti in diversi territori della Sardegna, sono uno degli elementi determinanti nella diffusione della malattia che causa, ogni stagione tra alti e bassi, milioni di euro di perdite per gli allevatori ovini, con capi morti e riduzione delle produzioni, e per quelli dei bovini da carne, a cui viene spesso impedito di vendere e trasportare i vitelli verso i centri d’ingrasso della penisola. Predisporre una programmazione seria significherebbe evitare lo sperpero di risorse pubbliche e il ristoro tardivo, mai sufficiente a coprire le perdite reali, che con enormi ritardi viene a volte stanziato verso gli allevatori», ha concluso il presidente provinciale.
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