S.A.
17 febbraio 2023
Stop crediti e Superbonus: caos imprese
La preoccupazione delle imprese artigiane della Sardegna per stop a sconto in fattura e cessione crediti. Nell’Isola oltre 300milioni incagliati e a rischio anche l’iniziativa della Regione per l’acquisto di 250milioni di crediti
CAGLIARI - Un provvedimento inaspettato, ingiusto e dannoso, che lascia
increduli noi e tutte le imprese artigiane e i professionisti che
operano del Sistema Casa della Sardegna. Per questo speriamo in un
ripensamento del Governo per evitare ulteriori situazioni di crisi
finanziaria alle realtà produttive e un problema di carattere
“sociale” per quei committenti che hanno basato la fattibilità dei
lavori sulla possibile cessione del credito. E’ questo il commento di Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni, Presidente degli edili artigiani, sul decreto legge relativo alla cessione dei crediti approvato ieri dal Governo.
«Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema, invece non
solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il Governo ha
bloccato, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad
applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti – proseguono Lai e
Meloni – con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con
il problema irrisolto dei crediti incagliati, sia con una
ingestibilità dei cantieri in corso, il tutto unito a un netto ritorno
al 2019 quando gli interventi sulle case venivano realizzati solo da
chi aveva disponibilità economiche per farlo. Un improvvido e
malaugurato smantellamento dei bonus edilizi, potrebbe far ripiombare
il settore delle costruzioni negli anni più bui del settore». Secondo Confartigianato Sardegna il blocco previsto nel decreto legge
coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti,
hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di
primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare
garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green
che la misura avrebbe aiutato a raggiungere. Anche il blocco della
possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici
rappresenta un altro incomprensibile ostacolo.
Secondo i dati al 31 dicembre scorso, data della effettiva cessazione
del superbonus 110%, in Sardegna la norma ha generato 2milioni e
467mila euro al giorno per un equivalente di 74milioni al mese ovvero
un totale di 2miliardi e 99milioni di detrazioni che, sugli oltre
12mila edifici interessati, hanno attivato un giro d’affari di 4
miliardi e 400milioni di euro, di cui 2miliardi e 880milioni come
effetto diretto sulle imprese edili e sui tecnici e di 1 miliardo e
500milioni di euro di indotto. «Purtroppo – rimarcano Lai e Meloni – in Sardegna, nonostante l’enorme mole d’investimenti che sono andati a ricadere positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora oltre 300milioni di euro che le realtà sarde del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti. Ovvero migliaia di imprese rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità». Oltre a questo, c’è anche la situazione delle famiglie che hanno lasciato casa, trasformata nei mesi scorsi in cantiere per i lavori di efficientamento energetico agevolati al 110%, e da mesi sono in
affitto senza riuscire a prevedere quando potranno fare ritorno nelle
loro abitazioni.
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