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7 febbraio 2023
Sant’Eulalia, festa patronale a Cagliari
Una grande sfida che passa anche attraverso la necessità di trovare un corretto equilibrio tra le esigenze ineludibili di una città in trasformazione, con i suoi flussi turistici, con le sue economie, e le necessità di un luogo che per continuare a vivere deve poter essere vissuto a misura della comunità che vi abita
CAGLIARI - Dal 9 al 12 febbraio si svolgerà nel quartiere della Marina, a Cagliari, la festa patronale di Sant’Eulalia. Quattro giornate per le quali è stato organizzato un ricco programma di iniziative sia religiose che civili, attraverso le quali la parrocchia di Sant’Eulalia intende celebrare uno dei più antichi culti religiosi cittadini. Quello dedicato a Santa Eulalia è infatti un culto legato all’istituzione della chiesa edificata dagli aragonesi nella metà del 1300, la prima dentro le mura cittadine, dedicata alla santa, nata nel 290 a Barcellona e martirizzata ad appena 12 anni nel 302 sotto Diocleziano, patrona della città catalana.
Accanto alle celebrazioni liturgiche, in programma nel Teatro di Sant’Eulalia anche una serie di appuntamenti patrocinati dall’Associazione Sant’Eulalia: incontri con i giocatori del Cagliari Calcio per parlare di sport come veicolo di integrazione, dibattiti e mostre sui bombardamenti che devastarono la città ottant’anni fa; approfondimenti naturalmente anche dedicati alla figura della santa/ragazza Eulalia, inquadrata nei rapporti tra Sardegna, Spagna e il resto del Mediterraneo, cui prenderanno parte esperti e studiosi. Nella giornata conclusiva un pranzo comunitario a cui sono invitati a partecipare tutti i cittadini. Il programma è stato realizzato con la partecipazione attiva delle giovanissime generazioni grazie al contributo e al legame con le istituzioni scolastiche di quartiere. Una festa che, nelle intenzioni del parroco di Sant’Eulalia don Marco Lai, vuole continuare ad essere espressione di una comunità e di un quartiere che storicamente ha rappresentato e ancora oggi continua a rappresentare, con i suoi centri d’ascolto e con le scuole di alfabetizzazione per i migranti di tutte le lingue e religioni, con gli oratori e le attività sportive, la porta d’accesso alla città e un luogo di accoglienza, incontro e intreccio pacifico e collaborativo tra popoli, culture e religioni differenti
«Dalle note storiche di archivio – dice don Marco Lai - si capisce che anche la parrocchia e cioè la comunità di fedeli, risale alla fine del 1300. Una comunità da sempre caratterizzata dall’ essere viva e propositiva e che ancora oggi non vuole svolgere solo il ruolo di pietra bella e antica, come belle sono le chiese di Sant’Eulalia, Santo Sepolcro, Sant’Antonio o Santa Rosalia ma che vuole rappresentarsi come una comunità protagonista, fatta da persone che abitano e animano il quartiere e la città, pietre vive: c’è stata un’anima nel passato ma c’è un’anima anche oggi. Una festività che è dunque il modo di esprimere, da parte degli abitanti della Marina la loro cittadinanza attiva, di essere cuore pulsante del quartiere. Le comunità hanno senso finché le persone che ne fanno parte trovano motivo per stare insieme. Il ruolo della parrocchia è allora quello di stimolare queste occasioni di stare insieme».
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