S.A.
21 gennaio 2023
Ortofrutta a picco: in 15 anni dimezzati gli ettari
Dati impietosi presentati da Coldiretti Sardegna. In quindici anni il settore rappresentato da circa 4.200 agricoltori ha perso il 52% degli ettari, passando dai 24.509 del 2006 agli appena 11.838 del 2021 con una perdita di 12.700 ettari. Di conseguenza anche le quantità prodotto si sono abbassate del 35,8% fermandosi a 251.162 tonnellate
CAGLIARI - La crisi del settore orticolo sardo è raccontata dai dati che sono stati presentati da Coldiretti Sardegna venerdì mattina a Cagliari nel corso della assemblea su “La crisi dell’orticoltura in Sardegna” a cui hanno preso parte circa 400 agricoltori e diversi rappresentanti della grande distribuzione organizzata oltre ad assessori e consiglieri regionali e sindaci. Dati impietosi. In quindici anni il settore rappresentato da circa 4.200 agricoltori ha perso il 52% degli ettari, passando dai 24.509 del 2006 agli appena 11.838 del 2021 con una perdita di 12.700 ettari. Di conseguenza anche le quantità prodotto si sono abbassate del 35,8% fermandosi a 251.162 tonnellate (nel 2006 erano 391.456) con un valore della produzione di 290.787.000 (erano 324.102.000 euro nel 2006, - 10%). Negativa l’incidenza del valore del settore sul totale dell’agricoltura sarda oggi fissato al 19,32% era 23,8 per cento nel 2006, cifre importanti che fanno capire il peso e le potenzialità di questo settore per l’economia dell’Isola.
A conferma di questi ci sono i dati sulle importazioni (+63%) ed esportazioni (-64%) (riferiti aglio scambi commerciali extra nazionali) che certificano da una parte la richiesta dei prodotti orticoli e dall’altra una continua perdita di quelli locali ed a km0 che sono sempre più ricercati nei mercati come confermano quelli contadini di Campagna Amica che ogni anno crescono in fatturato con i prodotti dell’orto che la fanno da padrona. «Dati che confermano il grido di allarme lanciato dagli agricoltori – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – che stanno subendo un ulteriore colpo pesantissimo a causa del caro prezzi generalizzato, le continue e sempre più frequenti perdite dovute ai cambiamenti climatici ed una filiera distorta che penalizza sempre gli anelli più deboli, gli estremi, produttore e consumatore finale. Per questo riteniamo fondamentale riunire la filiera e fare squadra in modo chiaro e leale con il sostegno della politica verso interventi concreti e di prospettiva».
«Un passo che riteniamo decisivo per questo settore che ci vede in campo da anni con diversi progetti importanti e che stanno riscontrando successo, come Campagna Amica – dice il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – ma che è comunque insufficiente da solo per sostenere e rilanciare il settore dell’orticoltura. Per questo stiamo lavorando anche con Filiera Italia, società di Coldiretti, per progetti di filiera con la grande distribuzione e l’incontro di oggi, una novità assoluta nella strutturazione, ci vede insieme (al mondo della distribuzione organizzata) proprio per programmare insieme nuove strategie». Oltre 300 agricoltori provenienti da tutta la Sardegna insieme a diversi rappresentanti della grande distribuzione organizzata (Crai – Abbi group, Superemme, Nonna Isa, Conad Sardegna e il mercato agroalimentare della Sardegna) hanno sottoscritto un documento programmatico che consegneranno nelle prossime ore al presidente della Giunta e del Consiglio regionale, agli assessori all’Agricoltura, Turismo, Programmazione e Trasporti e ai presidenti della V e III Commissione.
Il protocollo sottoscritto da agricoltori e rappresentanti della grande distribuzione prevede: il miglioramento e la modernizzazione delle attrezzatture agricole (con riferimento ai fondi del Psr) attraverso l’investimento sull’agricoltura di precisione; un sostegno alla formazione e specializzazione della manodopera sempre più difficile da trovare; un piano di sviluppo integrato di tutta la filiera attraverso percorsi favoriti e promossi sia dall’Unione Europea che dallo Stato (Pif) che abbiano come elemento qualificante la programmazione produttiva concordata con protocolli specifici tra grande Distribuzione organizzata e produttori; la realizzazione attraverso l’assessorato regionale al Turismo di un piano di promozione complessivo di tutta l’orticoltura sarda con la realizzazione di un marchio ombrello utilizzabile da tutta la grande distribuzione organizzata (sempre all’interno di Piano di filiera); programmare percorsi di continuità territoriale delle merci per sopperire ai maggiori costi sopportati dalle aziende sarde nella esportazione del prodotto; la possibilità per tutto il sistema ortofrutticolo di poter realizzare anche attraverso il sostegno della Regione ed il ricorso a fondi Europei, impianti di trasformazione di prodotti agricoli per diversificare l’offerta e sopperire alle eventuali extraproduzioni di merce.
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