S.A.
21 gennaio 2023
Cna chiede Fondo rotativo piccolo credito
La Sardegna è tra le prime regioni per il costo del credito, si annuncia una stretta per le pmi sarde: la Cna chiede l’istituzione di un Fondo rotativo di piccolo credito per l’artigianato
CAGLIARI - In Sardegna nell’ottobre 2022 il volume complessivo del credito è sceso da 8,8 a 8,4 miliardi di euro rispetto al mese precedente: un calo del 15%, a sua volta in calo rispetto ai livelli di agosto. Oltre a questa netta contrazione, che risente dei recenti rialzi del tasso ufficiale decisi dalla BCE, il mercato del credito isolano si presenta inoltre particolarmente “rischioso”: l’isola registra infatti un costo tra i più alti rispetto alle altre regioni italiane, sia a breve che a medio-lungo termine. È quanto si evince dall’ultimo report sul credito in Sardegna elaborato dal Centro Studi della Cna Sardegna, che colloca la nostra regione alle prime posizioni in Italia per rischiosità, soprattutto per quanto riguarda le attività industriali. A settembre 2022 il costo dell’indebitamento a breve termine (ovvero per esigenze di liquidità) è stato in generale più elevato nelle regioni meridionali, ma tra queste la Sardegna si è distinta in negativo: nell’isola le imprese hanno dovuto pagare il 4,9% di interesse annuo, contro una media nazionale del 3,3%, tasso che sale al 5,3% nel settore delle costruzioni e dei servizi.
«I dati disponibili sul mercato del credito, ci dicono che il costo dell’indebitamento a breve termine per le piccole imprese sarde ha toccato il 9,3% contro una media nazionale del 6,32; sono tassi – spiegano Tomasi e Porcu del Cna che annunciano una restrizione del credito e che accentueranno la difficoltà per le piccole imprese di investire e disporre del circolante e della liquidità necessaria per gestire le aziende; Per questo CNA – affermano i vertici di CNA – ha presentato alla regione la proposta di istituire un Fondo Rotativo di Piccolo Credito per il settore dell’artigianato: con una dotazione iniziale (il fondo verrebbe alimentato con le restituzioni da parte delle imprese) di 10 milioni di euro si potrebbero finanziare a tasso zero piccoli investimenti e/o il reintegro della liquidità aziendale a circa 800 imprese artigiane».
La tendenza alla riduzione delle consistenze dei prestiti complessivi alle imprese, che è il risultato del saldo tra nuove erogazioni e crediti estinti nel periodo, è un fenomeno riscontrabile in molti territori ma l’entità del calo che riguarda la Sardegna risulta ben più importante: per il totale delle attività economiche, solo nel Lazio si osserva una riduzione maggiore (prossima al -6%) e fatta eccezione per l’Umbria, dove il calo supera il 2%, nelle altre regioni i cali sono più modesti. In generale il settore delle attività industriali è quello caratterizzato da una flessione più importante, pari al -15% in Sardegna, al 12% nel Lazio e prossima al 5% in Umbria. Pur nella limitata significatività di un dato mensile, la tendenza in atto potrebbe rivelarsi anticipatrice di un fenomeno destinato a assumere tratti più evidenti nei prossimi mesi, quando anche l’ultimo incremento del tasso di riferimento si trasmetterà all’economia reale impattando sulla domanda di credito.
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