Antonio Costantino
8 gennaio 2023
L'opinione di Antonio Costantino
Vi stupirò ma il Cap d´Any ora deve cambiare
Oggi i social sono diventati terreno di dibattito, alle volte utile ed interessante alle volte del tutto inutile, e solo frutto di manie di protagonismo. Ho seguito in questi giorni commenti, considerazioni, critiche, rispetto gli eventi di fine anno. Il mio interesse è evidente per chi conosce la mia storia e il mio rapporto con la città di Alghero. Un rapporto di grande amore per la città un po’ meno con un certo tipo di cultura che ancora imperversa in questa fantastica città. Le polemiche Sassari-Alghero sono veramente sterili ed inutili. Ogni località ha le sue caratteristiche i suoi inconfondibili tratti culturali, questo dovrebbe consentire una offerta diversa ma comunque con una partecipazione di tutti e con una unità di intenti. La Sardegna è utile che venga promossa nella sua totalità ma con una varietà di prodotti differenti ma che, tutti insieme, fanno della Sardegna la destinazione maggiormente desiderata in Europa. Non voglio adesso fare un trattato ma porto solo un esempio. Anni fa nell’ambito di un ruolo pubblico che svolgevo, mi venne fatta la richiesta da parte di un comune di avere il riconoscimento di città turistica in quanto produceva un pane tradizionale. Potete immaginare la risposta.
Questo per dire che non tutte le città possono avere le stesse caratteristiche e le stesse offerte, in particolare nell’ambito del turismo. Possono invece, in modi diversi, contribuire a valorizzare maggiormente il territorio, offrendo anche un prodotto che presenta le sue unicità. Veniamo a Sassari e Alghero. Alghero è una città innegabilmente a vocazione turistica Sassari non lo è. Questo non significa che non possano integrarsi con diverse offerte. Sassari ha una sua storia, direi anche importante, ha due eventi storici che sono una grande attrazione turistica: la cavalcata Sarda e i Candelieri. Sassari ha una storia culturale importante ed anche legata agli uomini, fra i più importanti Segni, Cossiga, Berlinguer e tanti altri. Sassari ha dunque una sua importante storia che, a mio avviso, non viene valorizzata, tale da poter essere il vero valore aggiunto di un territorio. Arrivo al Cap D’Anny di Alghero. Alghero è stata antesignana di questo evento quando ancora in Italia poche erano le città a festeggiare il capo d’anno in piazza. Era nata con la finalità di creare col tempo un’attrazione turistica di carattere internazionale in un periodo del tutto sconosciuto al turista che amava il marino balneare. Questo obiettivo in parte, e in alcuni momenti, è riuscito, in parte no. Ma voglio solo ricordare due amici che hanno contribuito in maniera determinante al varo del Capo D’ Anno di Alghero.
Sono Franco Serio e Aldo Ciriolo. Quest’anno grazie all’impegno di Meta e in particolare di Andrea Delogu e dei suoi collaboratori si è tenuto un evento particolarmente riuscito che ha ridato ad Alghero quella paternità che oramai era sbiadita. Sassari non poteva e non doveva essere concorrenziale, poteva fare altre cose rivolte ad un altro target, non sta a me suggerire cosa, dico solo che le offerte potevano essere integrate. Personalmente ritengo che per la Sardegna siano già abbastanza, se non troppi, eventi simili a Olbia, Cagliari, Oristano. Nuoro ha fatto delle cose diverse più attinenti al suo territorio ed il successo non è mancato. Vorrei anche dire che per certi eventi non esiste solo la fine d’anno. Sarebbe anche il caso che si inizi a pensare se veramente vogliamo che la Sardegna sia attrattiva tutto l’anno. Aggiungo anche, e forse qui non troverò molti consensi, che è arrivato il momento di cambiare formula dei festeggiamenti di Natale e Capo D’Anno.
Il 2022 potrebbe essere stato il coronamento di un percorso arrivato al termine. Vedrei invece, per essere anche coerente con quanto dicevo prima, iniziative che coinvolgano tutto il territorio del nord Ovest partendo da Alghero con Sassari, Porto Torres, Bosa e altri piccoli ma caratteristici centri. Avremo così una grande offerta turistica differenziata e di sicura attrazione che coinvolgerebbe anche i cittadini residenti e forse consentirebbe una maggiore permanenza del turista, o meglio del viaggiatore, in quanto non sarebbe limitata ad una o due notti, ma alla conoscenza ed alla scoperta di un territorio. Questo implicherebbe inevitabilmente tempi maggiori di permanenza. Qualcuno sta già pensando ai trasporti, ai voli. Anche su questo versante si possono fare degli interventi. Pensate che tutto questo sia velleitario? Io penso che se ci si lavora da subito si potrebbe riuscire e, soprattutto, ci aiuterebbe a creare l’abitudine a lavorare tutti insieme per un obiettivo comune. Si può fare, dobbiamo solo metterci in gioco.
*Già assessore regionale al Turismo
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