S.A.
16 dicembre 2022
Peste suina, embargo a metà della Sardegna
Ora si attende il regolamento comunitario di esecuzione che andrà a modificare l’allegato 1 del regolamento 2021/605 e quindi delle fasce di rischio in cui collocare i territori della Sardegna con le relative restrizioni
CAGLIARI - «Buone notizie da Bruxelles per la suinicoltura sarda in ordine alla liberalizzazione, almeno per una parte della Sardegna, del commercio di animali vivi, carni e prodotti trasformati, bloccato da 11 anni - ha dichiarato Giuseppe Patteri, presidente regionale di Copagri Sardegna – dopo aver appreso dei risultati della riunione tecnica di ieri. Si pongono le basi per il rilancio del comparto che ha particolarmente sofferto in questi ultimi anni. E’ un risultato importante, sia pure parziale che consentirà alle nostre eccellenze del settore di varcare finalmente il mare».
Secondo Copagri «il risultato va a merito della precedente Unità di Progetto che ha dato una sterzata vigorosa alle politiche di eradicazione e all’Unità attuale che ha proseguito in continuità e con convinzione il lavoro impostato , unitamente a tutti gli enti coordinati e al lavoro di informazione e convincimento delle Organizzazioni agricole».
«In assenza di focolai da qualche anno, speravamo in un risultato più ampio - prosegue Pietro Tandeddu, direttore regionale di Copagri -. Pensavamo alla liberalizzazione anche della Barbagia e dell’Ogliastra ma attendiamo di conoscere direttamente dalla UE, dai documenti ufficiali del comitato tecnico, le motivazioni reali che lo impediscono per poter rimuovere, con il concorso di tutti, gli ultimi ostacoli. Attendiamo ora il regolamento comunitario di esecuzione che andrà a modificare l’allegato 1 del regolamento 2021/605 e quindi delle fasce di rischio in cui collocare i territori della Sardegna con le relative restrizioni. In relazione alle deroghe, contiamo sull’attenzione e collaborazione del ministero della Sanità».
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