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15 dicembre 2022
Ad Alghero patto su acqua e cibo
I vertici regionali di Anbi Sardegna e quelli della Coldiretti uniti su temi che stanno a cuore a entrambe le associazioni, perché, come ha sottolineato Gavino Zirattu, presidente di Anbi Sardegna, «l’unione fa la forza e stiamo cercando di fare gruppo, di stare insieme»
ALGHERO - Sistemi irrigui di qualità per un cibo genuino. Il secondo incontro di Anbi Sardegna dopo quello di Mamoiada, a novembre scorso, mantiene puntati i riflettori sulle criticità che ancora oggi attanagliano il mondo delle campagne. Questa volta l’appuntamento è ad Alghero, nel suggestivo scenario dell’azienda agrituristica Sa Mandra, nel cuore della Nurra. I lavori sono iniziati con la proiezione di un filmato introduttivo, immagini di campagna sarda, per dimostrare come l’acqua, nel suo passaggio, è in grado di trasformare il territorio. C’erano anche i vertici di Coldiretti, con il presidente Battista Cualbu e il direttore Luca Saba. Un sodalizio, quello tra Anbi Sardegna e Coldiretti, che si stringe su temi che stanno a cuore a entrambe le associazioni, perché, come ha sottolineato Gavino Zirattu, presidente di Anbi Sardegna, «l’unione fa la forza e stiamo cercando di fare gruppo, di stare insieme».
Il mondo dell’acqua trova la sua naturale complementarità con quello dell’agricoltura, «è necessario fare sistema con le componenti agricole rappresentative di tutti i settori strategici per l’agricoltura», ha aggiunto Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti. Anbi Sardegna è una degna rappresentante, un sistema associazionistico che ha dimostrato efficienza e presa di coscienza delle difficoltà, tra siccità, caro-energia e una mancanza di visione politica nel settore dell’agricoltura. «Un sodalizio epocale - ha confermato Zirattu - che in Sardegna non c’è mai stato». Poi i temi caldi, le problematiche che interessano l’Isola e per le quali i Consorzi di bonifica hanno già portato sul tavolo le soluzioni.
«L’anno prossimo forse non si irrigherà - ha avvertito Zirattu. Non voglio creare allarmismi, ma siamo davvero nelle mani del cielo. Aspettiamo la pioggia, perché il livello delle dighe è scarso e non possiamo programmare la prossima stagione irrigua. Aumentando la capacità degli invasi e completando gli interventi nelle dighe già esistenti, si potrebbe aumentare la superficie servita e, allo stesso tempo, produrre energia elettrica, per essere autosufficienti. Un discorso a parte merita il riutilizzo dei reflui in agricoltura. Le acque reflue, essendo risorse certe, se usate con attenzione – ha spiegato Zirattu - potrebbero dare un contributo importante per una maggiore disponibilità dei volumi idrici».
22 milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione Sardegna nella Finanziaria per ristorare i Consorzi di bonifica che anticipano i costi dell’energia elettrica. Il caro-bolletta a carico dei Consorzi sta assumendo dimensioni insostenibili e a questo si aggiungono le difficoltà per gli enti consortili di far quadrare i bilanci, dovendo anticipare enormi somme che poi non vengono restituite in tempi celeri. «Gli oneri per le bollette – ha svelato il presidente di Anbi Sardegna - potrebbero essere abbattuti consentendo ai Consorzi di autoprodurre l’energia necessaria per tutti i compiti d’istituto, sfruttando al massimo le opportunità che l’innovazione tecnologica oggi permette con gli impianti idroelettrici nei nostri invasi e l’utilizzo delle energie rinnovabili».
C’è poi da rivedere il quadro normativo. Le Leggi 9 e 19 del 2006 e la Legge 6 del 2008, con le quali sono state sottratte competenze ai Consorzi di bonifica, una amputazione di funzioni e ruoli che negli ultimi anni ha provocato solo disastri. «Se le cose non funzionano occorre avere il coraggio di tornare indietro, di ammettere gli errori», ha dichiarato Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, schierandosi al fianco dei Consorzi nel fare pressing per una modifica della legge.
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