S.A.
7 dicembre 2022
Superbonus: imprese devono incassare 300 mln
Nell’Isola oltre 2 miliardi di interventi a carico dello Stato hanno generato 4,5 miliardi di giro d’affari. Ma le imprese non riescono a incassare 300milioni di lavori già eseguiti
CAGLIARI - Due milioni e 467mila euro al giorno per un equivalente di 74milioni al mese ovvero un totale di 2miliardi e 99milioni di detrazioni che, sugli oltre 12mila edifici interessati, hanno attivato un giro
d’affari di 4 miliardi e 400milioni di euro, di cui 2miliardi e
880milioni come effetto diretto sulle imprese edili e sui tecnici e di
1 miliardo e 500milioni di euro di indotto. Sono queste le cifre del Superbonus 110% nell’Isola, secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati divulgati da Enea questa mattina e riparametrato gli effetti economici della norma stimati qualche giorno fa dal Censis in collaborazione con Harley&Dikkinson, per gli 851 giorni, ovvero 28 mesi, di attività della norma, tra inizio agosto 2020 e il 30 novembre 2022.
Secondo i dati rilasciati oggi, 7 dicembre 2022, da Enea sull’utilizzo
del Superbonus 110% e relativi al 30 novembre, in Sardegna le
asseverazioni sono state complessivamente 12.399 per un totale di
investimenti ammessi a detrazione pari a 1miliardo e 908 milioni di
euro e detrazioni previste a fine lavori per 2 miliardi e 99milioni di
euro. I condomini registrano 653 asseverazioni per 523 milioni di
investimenti (investimento medio di 802 mila euro), per le
unifamiliari le asseverazioni sono 8.980 per 1miliardo e 83 milioni di
investimenti (investimento medio 120 mila), mentre per le case
indipendenti le asseverazioni sono 2.766 per 301 milioni di
investimenti (investimento medio 108mila).
Nonostante l’enorme mole d’investimenti che andranno a ricadere
positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora oltre
300milioni di euro che le realtà sarde del Sistema Casa non sono
ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti,
secondo i dati stimati da Confartigianato Edilizia Sardegna a fine
dello scorso mese di novembre: un patrimonio di crediti bloccati che
sta mettendo in crisi di liquidità migliaia di imprese. Oltre a
questo, c’è anche la situazione delle famiglie che hanno lasciato
casa, trasformata nei mesi scorsi in cantiere per i lavori di
efficientamento energetico agevolati al 110%, e da mesi sono in
affitto senza riuscire a prevedere quando potranno fare ritorno nelle
loro abitazioni.
La principale responsabilità sta nelle 16 modifiche normative al
Superbonus, introdotte in due anni e mezzo: una ogni due mesi, a cui
si sono aggiunte 11 modifiche sulle regole per sconto in fattura e
cessione del credito. Dopo le denunce, gli appelli, le lettere verso le Istituzioni, i Parlamentari e gli Istituti Finanziari, Confartigianato ha chiesto al Governo di liberare le imprese dai crediti incagliati nei cassetti fiscali, non gestibili sul mercato bancario, e di scongiurare il
fallimento di migliaia di imprese. L’ultima chiamata per porre i
necessari correttivi alle regole del Superbonus che, se dovessero
restare invariate, rischiano di mettere in difficoltà migliaia di
imprese sarde e del resto d’Italia, riguarda l’iter parlamentare di
conversione del DL 176/2022 (Aiuti Quater) attraverso il quale si
dovrebbe intervenire sulla modifica alle procedure di cessione del
credito, di stabilità delle regole e di proroga dei termini per i
condomini. Per questo, l’Associazione di Categoria considera
indispensabile un rapido intervento per sanare la situazione pregressa
con un intervento straordinario da parte dello Stato per una
conversione dei crediti in titoli negoziabili sul mercato.
Ed è proprio sulle procedure di cessione dei crediti fiscali che
Confartigianato, a livello nazionale, ha proposto 4 punti con
l’obiettivo di: stabilire un’uniformità di comportamento da parte
degli Istituti bancari, promuovendo di concerto con ABI e Agenzia
delle Entrate, la creazione di una sorta di codice univoco di condotta
nelle procedure di acquisizione, di definire in maniera inequivocabile
e, soprattutto, non suscettibile di cambiamenti a effetto retroattivo;
fissare il confine della responsabilità del cessionario che diviene
solidalmente responsabile, in caso di acquisto di crediti quando
ometta “il ricorso alla specifica diligenza richiesta” (serve un
elenco esaustivo di documenti ed azioni da intraprendere in via
preliminare rispetto all’acquisto); consentire all’acquirente del
credito, di poter utilizzare anche negli anni successivi, ciò che, per
incapienza, non è riuscito a compensare. Inoltre, sui crediti
posseduti dalle imprese e definiti “incagliati”, propone di
individuare un compratore di ultima istanza per quei crediti che,
sottoposti a verifica preventiva, risultino sani ma non ceduti a terzi
per mancanza di acquirenti. E quindi di stabilire una sorta di
procedura guidata, e garantita, di liquidazione di tali crediti, di
fatto, incedibili altrimenti oppure, riconoscere la possibilità di una
deducibilità fiscale.
«Abbiamo bisogno di poche regole, certe e stabili nel tempo, perché la
transizione energetica degli edifici è un processo lungo da realizzare
e che necessita di regole salde per fruire degli incentivi, anche a
costo che questi siano meno convenienti del 110% - commentano Maria
Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Sardegna, e Giacomo Meloni,
Presidente degli edili artigiani - ci auguriamo che mai più si possano
vedere, e subire, gli stop and go normativi di questi ultimi mesi che
hanno vanificato le aspettative e gli sforzi di cittadini e
imprenditori. I continui cambiamenti delle regole, infatti, in questi
mesi hanno gettato nell’incertezza gli operatori e reso estremamente
prudente l’atteggiamento degli intermediari finanziari che avevano
garantito l’acquisto dei crediti».
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