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6 dicembre 2022
Omaggio a Grazia Deledda firmato Claudia Crabuzza
Una prova da grande interprete in un album “corale”, che trasuda atmosfere, sentimenti e paesaggi della Sardegna, per una restituzione in musica dell’opera
del Premio Nobel per la letteratura. Grazia, la madre:
Omaggio in musica a Grazia Deledda
un cd-book di Claudia Crabuzza
ALGHERO - Premio Nobel per la letteratura, Grazia Deledda nella sua opera ha trasposto l’eredità di un intero popolo nella dimensione del simbolo, conferendo un valore più esteso a fantasie e immagini sedimentate nella memoria collettiva. Proiettata nella luce del mito, la Sardegna è stata assunta come metafora di una terra senza tempo in cui si staglia comunque un forte sentimento di appartenenza, mentre d’intorno a quel paesaggio si consuma l’eterno dramma del vivere. Figlia della stessa terra e tra le voci più originali della scena musicale sarda, Claudia Crabuzza rende ora omaggio alla densità della sua opera, che ha trasformato il piccolo mondo delle origini in un racconto universale di emancipazione al femminile. Per iniziativa di Stefano Starace, autore anche dei testi, e con le musiche e gli arrangiamenti di Andrea Lubino e Fabio Manconi, in dieci canzoni sono stati così trasposti altrettanti romanzi della Deledda, capaci di parlare ancora al cuore della sensibilità contemporanea, al fine di restituire in musica atmosfere, paesaggi e profili umani consacrati in pagine davvero memorabili.
Nell’omaggio alla grande scrittrice sarda, del resto, confluiscono temi e motivi cari alla cantautrice di Alghero che, nella sua più che ventennale carriera, ha prestato sempre grande attenzione alla questione femminile e al recupero delle proprie radici in una prospettiva di confronto con altre culture. Già voce per due anni dei Tazenda, poi fondatrice e leader dei Chichimeca, ha cantato Gramsci e Pino Piras ma anche Victor Jara e Violeta Parra, ha vinto il Premio Maria Carta ma anche il Premio Suns di Udine. E nel suo disco d’esordio come solista, Com un soldat, Targa Tenco Album in dialetto nel 2016, ha messo a nudo, nel catalano di Alghero, l’anima e la forza di una donna e madre in una narrazione emblematicamente al femminile: motivi e temi che si ritrovano, fortemente intrecciati tra loro, nelle canzoni di questo nuovo album che, fin dal titolo, rimandano all’opera di Grazia Deledda come la lontana origine di tutto. “Grazia Deledda” ha dichiarato Claudia Crabuzza “è madre della cultura sarda anche per aver precorso i tempi, per l’innovazione e la modernità dello stile letterario, per la libertà della sua espressione artistica e per aver trasformato il piccolo e angusto mondo della sue origini in un racconto universale di esperienza e di volontà di emancipazione”.
L’intero cd-book del resto trasuda aria, sentimenti e cultura della Sardegna, risultando l’esito di uno sforzo collettivo che ha chiamato in causa soprattutto risorse intellettuali dell’isola, dalle musiche e arrangiamenti degli altri due componenti dei Chichimeca, Lubino e Manconi, ai dipinti di grande fascino e bellezza di Narcisa Monni, dalla poesia di Paolo Pillanca alle traduzioni in sardo di Michele Pio Ledda, dalle splendide fotografie di Marianne Sin-Pfältzer agli scritti introduttivi all’album a firma di Dino Gesuino Manca, Neria De Giovanni e Antonello Zanda, fino agli “Itinerari deleddiani”, il documentario del 1962 di Remo Branca che, nella versione restaurata della Cineteca Sarda, il cd-book offre in visione tramite un QR Code. Un album corale e partecipato anche da un punto di vista musicale con il coinvolgimento di numerosi musicisti e artisti, tra i quali Massimo Pitzianti, storico collaboratore di Paolo Conte, e altri due autori della Squilibri, Canio Loguercio e Massimo Donno. Collaborazioni e interventi che accompagnano ed esaltano la prova da grande interprete di Claudia Crabuzza che, adattando i testi alla forma canzone, li ha come ritagliati su misura della propria ispirazione per affidarli a un tappeto sonoro multiforme che, dalla canzone d’autore, si estende fino ad echi delle musiche del mondo.
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