Christian Solinas
25 novembre 2022
L'opinione di Christian Solinas
Il 25 novembre non è solo una ricorrenza
Il rispetto reciproco, il rifiuto della violenza, il contrasto verso ogni forma di discriminazione, brutalità e sopruso sono un impegno e una responsabilità per tutti, che insieme al rafforzamento dei diritti, in particolare di quelli delle donne, rappresentano un traguardo da raggiugere e conquistare per rendere la nostra società moderna, inclusiva, libera. La violenza non è un destino, dobbiamo andare oltre lo stigma dell’irreversibilità. La strada da fare è ancora tanta, ma la violenza si può combattere offendo alle vittime un’alternativa, attraverso una rete di protezione e assistenza che le accompagni in un percorso di affrancamento e liberazione.
La ricorrenza non deve essere solo l’occasione per ricordare i dati drammatici di un fenomeno che affligge tutti i paesi del mondo, ma deve essere anche il momento per riflettere e per mettere in campo tutte quelle iniziative utili a combattere la violenza e offrire alle donne un’alternativa di vita libera, di crescita personale e professionale, di riscatto. Occorre, in questo senso, uno sforzo unanime di tutte le Istituzioni. La Regione rinnova il suo impegno in una battaglia di civiltà per la difesa dei diritti delle donne con misure di contrasto e prevenzioneSul territorio opera attivamente, attraverso i centri antiviolenza e le case d’accoglienza, per assicurare alle donne vittime di maltrattamenti ascolto e accoglienza.
Sono stati, a questo proposito, raddoppiati i finanziamenti destinati a queste strutture, che devono far fronte a un significativo aumento delle richieste di aiuto (2 milioni di euro contro il milione dell’anno precedente), sono state stanziate risorse per le spese legali e per l’inserimento lavorativo, e dato piena attuazione al reddito di libertà. Il Tavolo regionale di Coordinamento della rete contro la violenza di genere è già al lavoro per rafforzare la rete di sostegno a tutela delle vittime, ma anche per promuovere iniziative di sensibilizzazione verso la cittadinanza.
Per dire no alla violenza di genere, l’Assessorato regionale del lavoro ha scelto un’immagine simbolo, che sarà declinata sui canali di comunicazione digitali della Regione Sardegna. Una panchina rossa, sulla spalliera una frase della poetessa Alda Merini “Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne” per ricordare quelle morti assurde avvenute tra le mura domestiche, dopo mesi, anni di abusi vissuti, a volte, in silenzio. Negli ultimi cinque anni, in Sardegna ci sono stati 18 femminicidi, il 40% nella Città metropolitana di Cagliari. Un terzo delle vittime era di nazionalità straniera. A uccidere sono in maggioranza i partner o gli ex. Più precisamente, sono 7 le vittime nei Comuni dell’hinterland di Cagliari, 6 erano di Sassari, due di Oristano, due del Sud di Sardegna e una di Nuoro.
*Presidente della Regione
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